Occorre ripartire in tutto il Paese con gli screening per far emergere il sommerso dell’epatite C, ossia coloro che hanno contratto l’infezione ma non ne sono consapevoli. Proprio le Regioni sono le protagoniste di questa nuova fase. Una sfida reale contro il tempo, che vede questa volta Piemonte, Emilia Romagna, Sardegna, Puglia al centro dell’analisi con una serie di incontri che hanno coinvolto rappresentanti delle istituzioni, degli enti locali, del mondo scientifico, Aisf e Simit, i medici di famiglia Simg. L’analisi di queste quattro regioni è il cuore del progetto CCuriamo ideato da Isheo, con il contributo non condizionante di Gilead Sciences Italia, che da maggio si propone di monitorare e incoraggiare le politiche regionali in tema di lotta all’Epatite C.

L’anno della svolta?

“Il 2021 è stato fondamentale perché ogni singola regione ha dovuto disegnare una propria strategia per l’implementazione dello screening e sull’utilizzo delle risorse per gli screening per i nati tra il 1969 e il 1989 – ha evidenziato il professor Alessio Aghemo, segretario Aisf –. Alcune regioni hanno puntato molto sullo screening ospedaliero, come la Lombardia. Altrove sono stati scelti altri canali, come avvenuto nelle Marche con la medicina del lavoro nelle singole aziende. In altri casi ancora i test per l’Hcv sono stati abbinati alla campagna vaccinale contro il Covid, stimolati dalle terze dosi, ma con alcune difficoltà nell’unire questi due processi complessi”.

Per il video servizio:https://youtu.be/NgJO7IjUNIQ