Rich girl face, trattamento anti-aging o correzione da trauma ma in maniera naturale e senza rischi di migrazione. Sono queste le caratteristiche del nuovo filler Algeness, presentato in occasione del 42° Congresso della Società italiana di medicina estetica. Correzione del naso, proiezione del mento, volumizzazione dell’arco zigomatico e definizione del profilo mandibolare, ma anche correzione dei traumi al mento sono gli interventi per cui viene usato sempre più spesso dai medici estetici. Con 4 tipologie di concentrazione in base alla parte da trattare, questo tipo di filler non contiene agenti chimici e non richiama acqua. ‘What you see is what you get’ è lo slogan utilizzato per indicare la peculiarità di questo prodotto a base di agarosio che volumizza e agisce sul miglioramento della pelle, senza attirare acqua e integrandosi perfettamente con i tessuti. Algeness, filler sub-dermico, è prodotto e certificato in Italia e distribuito in circa 40 Paesi. Frutto di 15 anni di ricerca scientifica  Algeness è stato ideato da esperti in chirurgia plastica ed è già supportato da importanti studi scientifici. E altri sono in progress.

Gli studi

Un importante studio, condotto negli Stati Uniti sulla reologia, ha paragonato Algeness con un altro filler ad alta densità ma a base di acido ialuronico. Il G’, ovvero l’elasticità e quindi la forza e la resistenza alla pressione, è risultato essere molto più alto rispetto ai filler a base di acido ialuronico. Anche il G”, che rappresenta la viscosità, è risultato superiore. “Abbiamo un prodotto che si inietta facilmente e resiste molto di più alla pressione – conferma Valentin Gitto, Chief operation officer di Advanced Aesthetic Technologies –. Non solo è naturale e duraturo nel tempo, ma questo tipo di filler minimizza gli effetti collaterali e, in quanto idrocolloide, non richiama acqua. L’agarosio consente un sollevamento dei tessuti e una proiezione eccezionale (elasticità G’), garantisce una migliore definizione dei contorni (G’’)”. Un secondo studio ha effettuato un esperimento comparativo condotto in combinata dalla Cattedra di chirurgia plastica e medicina sperimentale dell’Università La Sapienza di Roma e dalla Division of plastic surgery, Keck school of medicine, University of Southern California di Los Angeles ha dimostrato che il trattamento del solco nasolabiale con il filler a base di agarosio ha una durata media di 7-8 mesi, fino ad arrivare a 11 mesi. I risultati del trattamento con il filler al 100 per cento naturale Algeness sono equivalenti a quelli di un filler a base di acido ialuronico. Iniettando i due prodotti sullo stesso viso, si è attesa l’evoluzione degli effetti e analizzate le caratteristiche del risultato. Né il paziente, né il team che ha condotto lo studio erano a conoscenza della parte in cui era stato iniettato Algeness rispetto all’altra. I risultati hanno evidenziato che il filler naturale ha la stessa durata di efficacia rispetto a quello a base di acido ialuronico e la percezione di Algeness da parte del paziente è migliore, più sopportabile e più soddisfacente. Senza l’aggiunta di alcun agente chimico, solvente o agente ‘cross-linkante’, Algeness viene completamente e gradualmente riassorbito naturalmente dal corpo. Sono in corso altri studi scientifici per la registrazione FDA che continueranno a validare scientificamente i filler Algeness, un’alternativa all’acido ialuronico per la volumizzazione profonda e la definizione delle linee.

Le novità

Tra le altre novità presentate in sede di congresso, anche un nuovo riferimento nel trattamento medico del rilassamento cutaneo dovuto all’invecchiamento: Attiva S.I.H. Technology, la tecnologia per induzione termica sottocutanea. Questa tecnologia di Attiva offre soluzioni mirate su diverse zone del viso e del corpo e prevede protocolli per il rimodellamento strutturale, la riduzione delle adiposità, il ripristino funzionale dei tessuti e la riduzione della lassità cutanea. Il doppio controllo di temperatura integrato nella cannula e coadiuvato da una termocamera di controllo esterna permette un monitoraggio costante della sonda interna nei tessuti e il rilevamento della temperatura della pelle in superficie. I risultati, visibili sin dalla prima seduta, migliorano nel lungo periodo con un effetto liftante e di compattamento tissutale. Agisce inoltre sul trattamento dell’iperidrosi ascellare e inguinale e il ringiovanimento vaginale. La novità più importante risiede proprio nel manipolo progettato e brevettato proprio per la zona intima femminile.

Invertire i mutamenti dell’invecchiamento

“Attiva Gynè, questo il nome del dispositivo per il ringiovanimento vaginale non chirurgico – precisa Antonio Ruggieri, General manager di Tema Medicina – aiuta a invertire i mutamenti legati a invecchiamento ed evoluzione ormonale permettendo un ripristino della mucosa uro-genitale con conseguente miglioramento della qualità di vita delle pazienti, grazie al controllo preciso della diffusione termica dei tessuti profondi fino alla superficie cutanea. Il manipolo ‘Gyne’ può essere usato in modalità intravaginale – in quanto dotato di sensore termico per il controllo della temperatura – e sui genitali esterni, sotto controllo della termocamera, riscaldando i tessuti all’interno della vagina e sull’area vulvare e stimolando la produzione di nuovo collagene. Grazie all’ingegneria costruttiva, la spirale del manipolo con le placchette in ceramica induce il calore in maniera omogenea”.