Assobiotec, l’associazione nazionale di Federchimica per lo sviluppo delle biotecnologie, ha presentato le proposte del settore “per un futuro migliore” e le raccoglie in un quaderno dal titolo “L’importanza dell’ecosistema per il rilancio del Paese”, scaricabile a questo link https://assobiotec.federchimica.it/docs/default-source/default-document-library/i-quaderno_l’importanza-dell’ecosistema-per-il-rilancio-del-paese.pdf?sfvrsn=eab5de8e_0 e che stato presentato in diretta ieri. ll quaderno – primo di tre con un successivo approfondimento sulle verticali Scienze della Vita e Bioeocnomia –  racconta spunti, riflessioni ma soprattutto proposte nate e approfondite in occasione del tavolo di lavoro dello scorso 29 marzo “Premesse programmatiche e rafforzamento dell’ecosistema” a cui hanno partecipato economisti, esperti indipendenti, rappresentanti delle Istituzioni e delle imprese del mondo biotech, nel contesto della seconda edizione del progetto “Biotech, il futuro migliore per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l’Italia” inaugurato nel 2020.

I numeri del settore e il valore sul sistema italiano.


In tema di governance

“Definire una Governance dell’innovazione efficace, certa e centralizzata – si legge nel Quaderno – con una prospettiva temporale di lungo periodo, sotto la guida dell’Agenzia Nazionale della ricerca, un organismo indipendente, competente e soprattutto accountable, in grado di fungere da strumento di definizione e di attuazione della strategia nazionale della ricerca e dell’innovazione, capace di favorire partnership e collaborazioni tra pubblico e privato, di gestire in maniera unitaria, efficiente e veloce le competenze oggi distribuite tra MEF, Mise, Università e Ricerca, Salute, Agricoltura e Regioni. Creare uno sportello unico, “one stop shop”, con una specializzazione in settori ad alto contenuto tecnologico e di innovazione, a disposizione degli investitori nazionali e esteri”.

Ricerca e sviluppo

“Raddoppiare gli investimenti in ricerca pubblica, portare stabilmente e almeno al 25% il credito d’imposta sulla ricerca, al 50% per i primi 5 anni per le startup innovative – continua il documento di Assobiotech -. Semplificare le procedure di accesso del patent box.Modificare gli indicatori di valutazione dei ricercatori universitari, premiando la capacità di valorizzare la conoscenza per l’innovazione e non solo le pubblicazioni. Abolire il “professor’s privilege” restituendo alle Università e ai centri di ricerca la proprietà intellettuale della conoscenza generata nei propri laboratori”.

Finanziamento dell’innovazione

“Strutturare un nuovo modello di Trasferimento Tecnologico – chiede Assobiotech – capace di portare in modo rapido ed efficace la ricerca al mercato.Creare un contesto capace di offrire alla startup che ha potenziale di crescere, le risorse necessarie ad arrivare fino alla commercializzazione del prodotto, senza dover uscire dai confini italiani.Rivedere la disciplina del credito d’imposta R&S&I. Esonerare dalla tassazione ordinaria sulle rendite finanziarie (oggi al 26%) il capital gain ottenuto dagli investimenti in startup innovative”. 

Rafforzamento del tessuto produttivo

“Come associazione di categoria riteniamo che, oggi più che mai, sia cruciale costruire con le Istituzioni, chiamate a decidere i parametri della ripartenza del Paese, un rapporto rinnovato di visione e collaborazione con l’obiettivo comune di costruire, insieme, un futuro migliore. – dichiara Elena Sgaravatti, Vice Presidente Assobiotec -. Crediamo sia indispensabile che il PNRR, che mette al centro delle sue missioni Innovazione e Competitività; Rivoluzione verde e Transizione ecologica; Istruzione e Ricerca così come la Salute, rappresenti finalmente quella cornice all’interno della quale dare reale slancio alle biotecnologie che sono:  asset strategico, eccellenza nazionale su cui puntare per il  Paese,  per la salute dell’uomo e quella del pianeta, per una ripresa economica che, per la prima volta, sia anche, sostenibile”.