Ci sono diversi modi per festeggiare la Giornata internazionale della Terra. E ce ne è uno che rende la torta ancora più speciale, come dire la fetta più bella: quella della formazione. Della scuola. Scuola di sostenibilità. Che è una missione. Lo sa bene il professor Carlo Chiesa, coordinatore del dipartimento viticolo enologico e responsabile dei programmi professionalizzanti – compreso il “sesto anno” che porta alla specializzazione enotecnica dell’Istituto di Agraria Gallini di Voghera.

Consapevolezza quotidiana

“La festa della Terra noi la affrontiamo quotidianamente – dice il professore – e l’affrontiamo al Gallini con un grande senso di responsabilità, come scuola di Agraria, fin dalla prima classe, quando cerchiamo di rendere gli studenti consapevoli del loro impatto e proprio in questi giorni abbiamo parlato della data dello slittamento dell’Earth Overshoot Day, ricalibrato a maggio, abbiamo ragionato su quando saranno esaurite realmente le riserve del nostro pianeta e senza aspettare i primi di maggio ho chiesto ai ragazzi di riflettere sul proprio comportamento, valutando come i Paesi sottosviluppati dal punto di vista tecnologico asiano in realtà interpreti di una capacità meno distruttiva di quelli maggiormente sviluppati”. Grazie al Covid-19, rallentamenti e riflessioni sono all’ordine del giorno, anzi della lezione. Se il giorno atteso per l’esaurimento delle risorse naturali prodotte dal pianeta grazie ai lockdown anti Covid-19, è stato rallentato per via di minori consumi di energia e d’inquinamento, per invertire davvero la tendenza, secondo il Global Footprint Network, l’agenzia che calcola lo sfruttamento delle risorse, “dobbiamo modificare i nostri stili di vita”.

Stili di vita e formazione

Stile di vita e orientamenti anche della formazione sostenibile: sono i giusti tasti spinti dai docenti dell’Istituto Gallini di Voghera, un Istituto che ha visto di recente premiato un gruppo di lavoro coordinato dal professor Alberto Marchetti, nel contesto del Concorso internazionale Fast, per i “giovani” scienziati. Il professor Marchetti ha guidato il progetto vincente dei bio tappi per il vino e per la birra.

Agricoltura 5.0

“Questo tema della sostenibilità, dell’agricoltura 5.0, dell’innovazione in agricoltura, al Gallini è diventato così centrale che le due strade di formazione – quella che si occupa di agraria e quella che si occupa di biotecnologia – sono diventate davvero complementari. Dunque, con orgoglio, applaudiamo al successo dei ragazzi dei “io tappi” progetto seguito da Alberto Marchetti che è sintesi di queste vedute e di questo modo di pensare la formazione. Innovativo e sostenibile. E sono certo che questo progetto andrà avanti in una fase due concreta e sperimentale”. Del resto all’Istituto Gallini, vera eccellenza della Provincia di Pavia, si studia per un’agricoltura sostenibile, anche fatta di piccoli passi. Anche quelli della trattrice (in gergo il trattore): “Esatto – dice il professore – e siamo orgogliosi ad esempio del nostro piccolo “digestore”, con una fermentazione di materiali organici provenienti da scarti agricoli e relativa produzione di biogas, di compost che integriamo nel nostro vigneto. Siamo orgogliosi del nostro laboratorio enologico innovativo proprio perché attento all’agricoltura 4.0, tradotto in pratica, abbiamo studiato un sistema di rilevamento di sensori di precisione, che mettiamo nel vigneto, che monitora l’andamento vegetativo e che ci permette di capire come si possono utilizzare in modo mirato i presidi chimici, in misura enormemente inferiore e dunque con un impatto ridotto sul territorio circostante. Altri studenti stanno realizzando progetti di “consociazioni botaniche” un processo che prevede di assemblare specie botaniche diverse per aumentare la biodiversità locale in un territorio”. Per altro in un territorio, l’Oltrepo Pavese, fortemente biodiverso.

Biodiversità a rischio

“Ma proprio perché dobbiamo fare i conti con una drastica diminuzione della biodiversità causata da vari fattori (umani e non solo naturali) diventa urgente intervenire e non sapete quanto sia complicato con le piante. Come fra gli uomini non è automatico trovare fra esseri diversi il giusto equilibrio. La sfida è affascinante soprattutto al Gallini dove abbiamo coscienza della nostra storia e tradizione (formativa) agricola, dove vogliamo recuperare qualcosa del passato che si è perso ma contemporaneamente lo vogliamo fare grazie anche alla tecnologia, un tempo considerata avversaria, oggi alleata e che ci fornisce una preziosa possibilità di conoscenza puntiforme del piccolo ambiente che ci circonda”. “Come appare evidente quando una piccola telecamera ad infrarossi posizionata sotto ad un drone ci racconta in tempo reale lo stato vegetativo di un campo o di un vigneto e ci premette di verificare se una pianta sta male, intervenendo quando è il momento e in modo preciso oltre che puntuale. Quel meccanismo (GPS) collegato ad un trattore che lavora la terra è il primo tassello di questa innovazione agricola. Lo stiamo facendo in modo sperimentale nei nostri limitati ettari di frumento, di erba medica, di orzo, di vigneto, di sorgo o di mais, abbiamo iniziato due anni fa e adesso dobbiamo andare avanti: mancano i fondi per essere più spediti ma abbiamo fiducia e questo è un passo importante per la riduzione dei fitofarmaci”.

Gli auguri alla Terra

Un messaggio giusto per dire auguri alla Terra? “E’ un messaggio che inizia con quelle tre parole con cui ho avviato l’altro giorno la mia lezione: sostenibilità, ambiente e innovazione, con un occhio di riguardo per il nostro Oltrepò Pavese, sono le parole giuste per formare anche una coscienza generale, e sono assolutamente valide per tutti. Trovatemi chi – sulla carta – non le sottoscriva e non le voglia sentire. Adesso con l’esempio dobbiamo metterle anche in pratica”.