Uno studio del Dipartimento di economia e management dell’Università di Trento dimostra che comunicare i consumi eccessivi con una ‘faccina’ scontenta e fare il paragone con i dati del vicino di casa convincono l’utenza a sprecare meno. L’uso di queste tecniche, secondo l’analisi dei ricercatori, porta a una riduzione pianificata di quasi il 3 per cento per cento di kilowattora. “L’idea dalla quale siamo partiti era capire se il modo diverso con cui comunichiamo l’eccessivo consumo può avere un impatto sulla volontà del consumatore di ridurre i consumi – ha spiegato Nicolao Bonini, responsabile del laboratorio di neuroscienze del consumatore e referente del progetto che è stato svolto grazie anche alla collaborazione di Alessia Dorigoni, assegnista di ricerca -. La risposta è sì e lo abbiamo dimostrato sperimentalmente. L’approccio utilizzato per la ricerca è di tipo comportamentale, basato sulle strategie di nudging: una metodologia che non prevede incentivi, premi economici o punizioni, ma impiega tecniche psicologiche per raggiungere l’obiettivo, in questo caso la riduzione dei consumi energetici. Una spinta ‘gentile’ che induce le persone a scegliere determinate opzioni e non altre, senza che queste ultime sentano di essere costrette a farlo”.

Programmi comportamentali

Secondo Bonini “nel progetto sono due gli elementi che giocano un ruolo importante. Sul cellulare arriva il messaggio che l’utente ha consumato un 10 per cento in più rispetto al vicino di casa. Questa è una novità rispetto alla bolletta tradizionale che di solito riporta i consumi in kilowattora e i costi. Aggiungere questo elemento di paragone con un referente sociale, il vicino di casa appunto, aumenta di circa tre volte la probabilità che il consumatore decida di ridurre il consumo elettrico. Oltre a ciò, la faccina rossa, arrabbiata perché si è stati spreconi, aumenta di un 3 per cento la quantità di tale riduzione”. Un progetto di questo tipo potrebbe aprire a nuove politiche di marketing e di consumo? “Se la politica incentivasse i fornitori di energia elettrica a utilizzare questi sistemi che si chiamano ‘programmi comportamentali per il contenimento dell’energia’, ampiamente utilizzati all’estero, otterremmo gli stessi risultati di quelli a livello internazionale – ha osservato Bonini -. L’uso di queste tecniche garantisce una riduzione di kilowattora consumati del 2,5 per cento. I risultati della nostra ricerca sono in linea con questo dato. Le intenzioni dei consumatori intervistati riflettono quello che succede a livello comportamentale in altri paesi del mondo”.