Formazione e informazione: queste sono le parole d’ordine per favorire un medico di famiglia preparato contro le malattie infettive. Oltre al SARS-CoV-2, l’attenzione è rivolta ai virus epatitici e all’HIV. È il progetto We stand with public health: a call to action for infectious disease. The actual and the future vision, organizzato da Regia Congressi con il patrocinio della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie e della Società italiana di malattie infettive e tropicali con il contributo non condizionante di Gilead Sciences. Temi di grande attualità su cui è intervenuto anche il senatore Francesco Zaffini, presidente 10a Commissione affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, che ha evidenziato l’eredità lasciata dalla pandemia da Covid-19: non ci si può far trovare nuovamente impreparati e si deve raccogliere la lezione. Troppe volte riforme della medicina territoriale non sono state portate a compimento, pertanto oggi è fondamentale colmare queste lacune, attribuendo proprio al medico di medicina generale un ruolo cardine nell’assistenza primaria e nella nuova organizzazione sanitaria, partendo proprio dalle malattie infettive.

Servono conoscenze e competenze

“Esistono vaccini e terapie, ma servono conoscenze e competenze per poterli impiegare – sottolinea Alessandro Rossi, responsabile Simg patologie acute –. Da questa esigenza nasce il progetto della Simg che si svilupperà lungo quattro linee direttrici. Anzitutto, si aggiornerà il percorso già avviato attraverso webinar e video pillole che, grazie al contributo di specialisti e istituzioni, permetteranno una comunicazione rapida ed esplicita. In secondo luogo, si arricchirà la cartella elettronica del medico di medicina generale attraverso strumenti di governance clinica utili soprattutto per la lotta all’Epatite C, come il riferimento ai centri regionali di diagnosi e cura e un algoritmo utile ad aumentare lo screening e il seguente invio ai centri prescrittori. Inoltre, pubblicheremo un Libro Bianco che costituirà un testo agile e aggiornato su queste patologie. Infine, il percorso di formazione sarà istituzionalizzato attraverso un corso di accreditamento al termine del quale si potranno raggiungere dei parametri che porteranno a una certificazione di Medico di Medicina Generale esperto in patologie infettive”.

Il dottor Alessandro Rossi.

La medicina generale contro le malattie infettive

L’impegno della Simg nel contrasto alle malattie infettive parte da lontano e si è amplificato con la pandemia di Covid-19, che ha fatto la necessità di acquisire una maggiore consapevolezza. Il problema per Hiv, Hcv, Hdv è dato dalle diagnosi tardive, che spesso giungono quando il paziente è già in Aids (nel caso dell’Hiv) o, nelle epatiti, avviato verso una seria cirrosi o epatocarcinoma. Il sommerso dunque è notevole e gli screening attualmente non sono sufficienti. “Il medico di medicina generale deve essere attento osservatore dei profili di rischio dei propri pazienti e stabilire screening e vaccinazioni laddove necessario – sottolinea il professor Claudio Cricelli, presidente Simg –. Le cosiddette patologie acute talvolta sono sottovalutate dalla medicina generale, ma fanno parte della vita quotidiana e spesso i pazienti arrivano dallo specialista quando le opportunità di risoluzione sono già andate sprecate. Dobbiamo pertanto disegnare un nuovo modello di formazione, basato su una maggiore consapevolezza, strumenti concreti, capacità di intervento per una diagnosi precoce e un’immediata applicazione della terapia. Per far questo sarà importante dotare le cure territoriali di nuovi strumenti informativi, informatici, di personale, di rete, per alleviare il peso degli ospedali e permettere al medico di medicina generale di gestire al meglio i pazienti a rischio”.

Criticità ed equilibrio nella gestione dei pazienti con Hiv

Per quanto riguarda l’Hiv vi sono farmaci efficacissimi, ma occorre averne consapevolezza affinché le politiche non limitino l’accesso alla terapia. “Oltre il 95% dei soggetti trattati ha una viremia perfettamente controllata – sottolinea il professor Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit –. Tuttavia, stanno emergendo criticità a livello regionale, dove in alcuni casi si rischia di attribuire eccessivo rilievo ai costi rispetto ai benefici della terapia: gli aspetti economici mantengono grande rilievo, e le società scientifiche ne sono ben consapevoli, ma non si può trascurare la tutela della salute dei pazienti come obiettivo primario. Scelte convenienti sotto il profilo economico non devono far perdere i benefici sanitari come l’aderenza alla terapia e i benefici a lungo termine, che in un’infezione cronica è essenziale”.