“Sarà un’epidemia influenzale impegnativa: i numeri attuali mostrano che siamo già sul livello della fase avanzata rispetto all’influenza dello scorso anno. Dobbiamo proteggere la popolazione fragile estendendo la campagna vaccinale, rivolgendoci soprattutto alle persone fragili che corrono i maggiori rischi”. sottolinea Alessandro Rossi, responsabile area malattie infettive Simg. La campagna vaccinale procede a rilento e può diventare un amplificatore di questa tendenza. “Quest’anno l’epidemia influenzale ha già raggiunto livelli elevati – sottolinea Rossi -. I casi che abbiamo riscontrato noi medici di famiglia sono numerosi, soprattutto nella popolazione giovanile e nei bambini. I primi segnali ci portano a supporre con ragionevolezza che sarà un’epidemia impegnativa: i numeri attuali infatti mostrano che siamo già sul livello della fase avanzata dell’epidemia influenzale dello scorso anno. Dobbiamo pertanto impegnarci a proteggere la popolazione fragile estendendo la campagna vaccinale, rivolgendoci soprattutto a over 65, a chi è affetto da co-morbosità e ai soggetti immunocompromessi, che possono avere conseguenze su ospedalizzazioni e decessi. Dobbiamo attrezzare gli ambulatori, somministrare i vaccini in maniera appropriata e superare le esitazioni. Il nostro ruolo di figure che raccolgono la fiducia dei pazienti ci carica della responsabilità di far capire alle persone che si tratta di un presidio di sanità pubblica e di salute individuale contemporaneamente. Dobbiamo impegnarci da adesso alle prossime settimane, cogliendo anche l’occasione per proporre le cosomministrazioni: il vaccino antinfluenzale, infatti, può fare da driver per la dose booster contro il Covid-19 e per altre coperture contro infezioni virali o batteriche dalle gravi conseguenze come pneumococco o Herpes Zoster, che rappresentano una minaccia per popolazione fragile”.
I dati
“I dati relativi all’influenza in queste prime settimane di novembre indicano un tasso di incidenza salito già al 6,6 per mille abitanti, con picchi del 19,6 per mille nella popolazione pediatrica da 0 a 5 anni, che è quella più colpita e che fa da principale fonte di diffusione dell’infezione nella popolazione – evidenzia il professor Paolo Bonanni, componente del gruppo vaccini e politiche vaccinali della SItI -. Oggi siamo a un livello di incidenza che solitamente si riscontra intorno alla prima settimana di gennaio: siamo in anticipo di quasi 2 mesi. Questo non significa che si debba avere un andamento simile a quello che si avrebbe a gennaio, ma è comunque un motivo di allarme, e rappresenta un invito a procedere con le vaccinazioni quanto prima. In questa prima fase abbiamo riscontrato una lentezza nelle adesioni. Eppure le previsioni per l’influenza non lasciano ben sperare: non solo la curva epidemica ha già iniziato a salire in maniera importante, ma a causa della limitata circolazione negli ultimi due anni la diffusione potrebbe essere superiore rispetto agli anni pre-pandemici, mentre l’abbandono delle misure di distanziamento potrebbe favorire la diffusione di tutte le infezioni alle vie respiratorie, come influenza, Covid-19, virus respiratorio sinciziale”.