Le nuvole, i venti, i fenomeni atmosferici in generale non hanno confini, superano le frontiere geografiche. Come loro, anche il Festival della meteorologia, in programma da oggi a sabato a Rovereto, che per l’edizione 2022, l’ottava, sceglie un approccio internazionale, oltre i limiti di una visione nazionalistica per fare ciò che riesce meglio a chi è abituato a osservare il cielo e l’atmosfera: pensare senza confini. Andare oltre al proprio orizzonte è una necessità se si considera, ad esempio, la complessità dei cambiamenti climatici che stanno interessando tutte le latitudini e che vanno studiati su scala globale. L’edizione 2002 del Festival si occuperà proprio di questo: della collaborazione a livello internazionale per analizzare i fenomeni in modo ancora più vasto e approfondito. Un tema di grande attualità che viene discusso proprio mentre in contemporanea a Sharm el-Sheikh in Egitto si sono aperti i negoziati del vertice mondiale sul clima della COP27 con la presentazione del report della World Meteorological Organization. “L’impegno internazionale su questo fronte è diventato evidente da quando si è dimostrato inequivocabilmente che sono le attività umane a causare l’emergenza climatica – spiega il responsabile scientifico del festival, Dino Zardi -. Gli accordi internazionali e le iniziative di negoziazione come le annuali Conferenze delle parti (COP) vanno nella direzione, non facile, di realizzare azioni condivise e concertate a livello internazionale per perseguire l’obiettivo di ridimensionare l’emergenza climatica, soprattutto per le future generazioni”.