Le modalità attraverso cui l’emergenza Covid-19 è andata a impattare sulla prevenzione cardiovascolare sono infatti molteplici. Da un lato, i ricoveri sospesi o rimandati, le prestazioni ambulatoriali cancellate e la paura di recarsi in ospedale hanno ridotto le occasioni di intervento e controllo. Dall’altro, i principi dello “stay-at-home” imposti dalle norme di distanziamento sociale hanno favorito l’adozione di stili di vita e comportamenti a rischio che potrebbero incidere, in futuro, sul rischio cardiovascolare della popolazione. Il tutto in un contesto in cui la mortalità associata alle patologie cardiovascolari rappresenta ancora oggi il principale determinante dell’aspettativa di vita, con 365 decessi ogni 100.000 abitanti. Durante la seconda Giornata italiana della prevenzione cardiovascolare, promossa dalla Siprec, si è anche e soprattutto parlato di come recuperare il terreno perduto: il Pnrr può essere uno degli strumenti per la ripresa delle politiche di prevenzione.
Per il video servizio:https://youtu.be/hqLBKJW0oDU