Nel febbraio 2020, il governo ha stanziato un fondo per favorire gli screening di epatite C, ma solo alcune regioni hanno messo in campo politiche per favorire l’emersione dei casi sommersi. Se circa la metà hanno realizzato politiche di screening e piani ad hoc, altrettante hanno fatto poco o nulla. E’ quanto emerso dai risultati del Progetto CCuriamo ideato da Isheo, con il contributo non condizionante di Gilead Sciences. A esser state monitorate sono state le azioni messe in campo per usufruire dei fondi per i test gratuiti messi a disposizione delle regioni a statuto ordinario. Tra quelle che hanno realizzato politiche di screening, o avviato dei piani, vi sono: Basilicata, Liguria, Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Molise, Abruzzo, Valle d’Aosta. Tra le regioni ferme o quasi, invece: Campania, Umbria, Puglia, Lazio, Toscana, Calabria, Marche, Sicilia, Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Sardegna. “Tra gli ostacoli riscontrati – spiega Davide Integlia, direttore Isheo – non vi è stata solo la pandemia, ma difficoltà delle regioni a organizzare un’attività complessa, che prevede l’impiego di risorse di cui sono carenti. Ora speriamo in una proroga della disponibilità delle risorse per i test HCV messe a disposizione dello Stato per le regioni; un ripensamento generale del modello di screening e l’introduzione di test gratuiti per tutti nei Livelli essenziali di assistenza”. “Dopo più di due anni dallo stanziamento da parte del governo di 71,5 milioni per gli screening, ad oggi l’avvio delle relative campagne da parte delle regioni risulta carente nella maggior parte dei casi, con alcune che non hanno avviato alcuna strategia – evidenzia Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit -. Ora, per raggiungere l’obiettivo dell’Organizzazione mondiale della sanità dell’eliminazione del virus entro il 2030, è fondamentale esortare le regioni all’avvio di politiche di screening. Dopo la bocciatura della settimana scorsa, auspichiamo possa essere ripresentato l’emendamento per la proroga del fondo per almeno un altro anno”.
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