Niente più scomodi spostamenti a Trento per gli abitanti della Valsugana affetti da patologie renali, grazie al nuovo ambulatorio per le malattie renali attivato a giugno all’ospedale San Lorenzo di Borgo Valsugana. Con questo nuovo servizio tutti gli ospedali trentini sono ora dotati di un ambulatorio nefrologico: in dieci anni si è passati dal solo ambulatorio del Crosina-Sartori a Trento ad avere un servizio esteso a tutta la provincia. Tutto ciò a vantaggio delle persone con patologie renali che possono essere seguite nel loro ambito territoriale di riferimento, evitando le trasferte nel capoluogo per le visite. Alla presentazione del nuovo ambulatorio erano presenti l’assessore provinciale alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Stefania Segnana, il direttore generale dell’azienda provinciale per i servizi sanitari Antonio Ferro, il direttore dell’Unità operativa multizonale di nefrologia e dialisi Giuliano Brunori, la direttrice medica dell’ospedale di Borgo Valsugana Silvia Atti, il direttore dell’Unità operativa di medicina Dimitri Peterlana, il coordinatore infermieristico della dialisi Lorenzo Denart e il sindaco di Borgo Valsugana Enrico Galvan.
Sanità di prossimità
Il nuovo ambulatorio a Borgo Valsugana andrà a gestire i pazienti della Valsugana evitando spostamenti negli altri ambulatori di nefrologia della provincia. Si stima che saranno effettuate circa 150 visite ambulatoriali all’anno e oltre 60 visite di consulenza a pazienti degenti nelle unità operative dell’ospedale di Borgo. Alessandro Laudon, responsabile della struttura semplice di dialisi peritoneale e domiciliare, sarà il medico responsabile dell’ambulatorio di Borgo in questa fase di avvio delle attività. “Questo nuovo ambulatorio a disposizione dei cittadini della Valsugana – ha dichiarato l’assessore Segnana – esprime esattamente il senso della sanità di prossimità, capace di dare risposte concrete ai bisogni di salute dei cittadini e offrire servizi vicini ai pazienti evitando faticose trasferte, soprattutto nel caso di patologie croniche. Tutto ciò a vantaggio anche di una migliore e precoce presa in carico della malattia, prima che possa evolvere in maniera irreversibile”. “Con questo nuovo servizio – ha evidenziato Ferro – si completa la rete degli ambulatori di nefrologia nelle nostre strutture ospedaliere. Nuove competenze diffuse sul territorio a supporto di una sanità sempre più vicina ai propri cittadini, che potranno contare su un nuovo importante servizio. Arricchire le competenze dei presidi nelle valli – ha proseguito Ferro – ci offre anche l’opportunità di dimostrare la nostra capacità di fare rete, in un sistema di stretta collaborazione tra struttura ospedaliera e medicina del territorio. La sinergia tra i vari livelli è la formula vincente per la gestione dei differenti bisogni di salute dei cittadini, in una fase in cui fenomeni come l’invecchiamento e l’aumento delle cronicità non possono essere trascurati”.
“Gli ambulatori sul territorio – ha dichiarato Giuliano Brunori – hanno l’obiettivo di identificare precocemente i pazienti con malattia renale, gestirne le complicanze e l’evoluzione, informare il paziente sulle cure possibili, sulla scelta della dialisi e del trapianto di rene. Tutte queste attività sono svolte in stretta collaborazione con i medici di medicina generale. Nel periodo pre-covid è stato elaborato da alcuni nefrologi, medici di medicina generale, e infermieri del territorio il PPDTA (prevenzione e percorso diagnostico terapeutico assistenziale) che permette la corretta gestione della malattia renale definendo i tempi, gli accertamenti, la presa in carico del paziente”. Grande apprezzamento per il nuovo ambulatorio da parte del sindaco di Borgo Valsugana Enrico Galvan: “un servizio come questo rappresenta proprio quella multidisciplinarità che i territori ambiscono ad avere. Si tratta di un grande valore aggiunto che qualifica il lavoro dell’ospedale e di tutti gli operatori”.
I numeri
Nel corso del 2021 l’unità multizonale di nefrologia ha gestito 4.664 visite ambulatoriali a Trento (comprese 1.891 visite per pazienti con trapianto di rene e 516 viste per pazienti in dialisi peritoneale ambulatoriale) e 1206 visite ambulatoriali negli altri presidi ospedalieri della provincia (439 a Rovereto, 317 ad Arco, 211 a Cles, 150 a Tione e 89 a Cavalese). A questa attività ambulatoriale si aggiungono oltre 1.800 visite di consulenza nei vari reparti ospedalieri, 30.059 sedute di dialisi extracorporea e 976 sedute di dialisi turistica (pazienti dializzati provenienti da altre regioni che trascorrono un periodo di vacanza in Trentino).
La malattia renale cronica
La malattia renale cronica è presente, secondo recenti studi condotti sul territorio nazionale, in circa l’8% della popolazione, con una minor incidenza nelle fasce di età inferiori ai 40 anni, per poi invece crescere in maniera importante nelle fasce al di sopra dei 60 anni. I fattori di rischio maggiormente coinvolti nella comparsa della malattia renale sono l’ipertensione arteriosa e il diabete, patologie che frequentemente si associano alla popolazione con età superiore ai 60 anni. Per prevenire la malattia renale cronica è bene tenere sotto controllo i valori della pressione arteriosa (livello di 130/80 e comunque non superiore a 140/90), ridurre l’utilizzo di sale da tavola (sotto i 5 grammi di sale al giorno) per non favorire l’insorgenza dell’ipertensione e di carboidrati (zuccheri) per non favorire la comparsa del diabete, e fare attività fisica con costanza per ridurre il rischio di sovrappeso e obesità. Nella popolazione a rischio (ultrasessantenni) oltre agli stili di vita salutari, al controllo dei valori della pressione e della glicemia, è utile eseguire almeno una volta all’anno l’esame delle urine e il dosaggio della creatinina e dell’azotemia. Due semplici esami che permettono di identificare precocemente la comparsa della malattia renale e di mettere in atto quanto possibile per ridurre il rischio della progressiva evoluzione della malattia fino alla fase terminale, che richiede la dialisi oppure il trapianto di rene.