Sono trascorsi oltre vent’anni da quando la Scuola di studi internazionali ha preso vita all’Università di Trento come struttura didattica interdipartimentale per studi post-laurea. E ne sono passati dieci da quando è stata trasformata in un vero e proprio centro dell’Università di Trento. Questi due traguardi significativi sono stati festeggiati in ateneo con una due giorni che si è aperta questa mattina nell’auditorium di Palazzo Prodi, sede della Scuola dal 2012. La Scuola di studi internazionali è ancora oggi l’unica istituzione universitaria in Italia che organizza esclusivamente programmi di insegnamento successivi alla laurea triennale in studi internazionali. L’offerta formativa è interamente in lingua inglese e si caratterizza per un approccio fortemente multidisciplinare allo studio delle relazioni internazionali. Ha un obiettivo ambizioso ma, visti i risultati di questi vent’anni, alla portata: diventare un punto di riferimento per gli studi internazionali a livello europeo. Secondo gli ultimi dati Almalaurea, infatti, chi passa dalla Scuola di Studi internazionali, in media, trova lavoro più facilmente, ha maggiori opportunità di lavoro all’estero e raggiunge stipendi più alti rispetto a chi consegue un analogo titolo di studio nel resto d’Italia.

Offerta didattica

Con un corpo docente di 30 studiosi e studiose con background disciplinari diversi, oggi la Scuola offre un’ampia gamma di programmi didattici tra cui tre lauree magistrali e un dottorato di ricerca. Più di 500 studentesse e studenti, e quasi 100 dottorande e dottorandi hanno conseguito il titolo alla SIS, e ognuno di loro ha una storia straordinaria da raccontare. “Molti di loro occupano posizioni importanti in tutto il mondo, nella consulenza aziendale e nelle istituzioni internazionali, nella carriera diplomatica e nel settore privato, nelle Ong e nell’accademia – spiega il direttore Stefano Schiavo -. Rappresentano il nostro miglior biglietto da visita e alcuni di loro saranno con noi domani per portare la loro testimonianza e dialogare con studentesse e studenti di oggi”. Lo scorso anno un altro obiettivo centrato: la SIS è stata ammessa nell’Association of Professional Schools of International Affairs (Apsia). “Si tratta della prima – e finora unica – istituzione italiana a ottenere lo status di affiliata in questo ristretto gruppo di istituzioni che rappresenta l’élite mondiale. Nel corso degli anni, la Scuola ha costruito una ricca e vasta rete di partnership accademiche e non accademiche, dalle università ai think-tank, dai centri di ricerca alle aziende private. Queste collaborazioni ci hanno permesso di aumentare la gamma di opportunità offerte agli studenti attuali e potenziali, nonché di migliorare la qualità della nostra ricerca”.

 Il convegno

La prima delle due giornate dedicate a ripercorrere le tappe cruciali della Scuola si è aperta questa mattina con l’intervento del direttore Stefano Schiavo e con il ricordo dei primi passi del progetto affidato a Massimo Egidi (già rettore dell’Università di Trento), Lorenzo Dellai (già presidente della Provincia autonoma di Trento), e Paolo Collini (già rettore dell’Università di Trento e direttore della Scuola di studi internazionali). Il programma ha poi previsto una tavola rotonda sulle prospettive future con Flavio Deflorian (rettore dell’Università di Trento), l’assessore all’istruzione, università e cultura della Provincia autonoma di Trento, e con le componenti del Comitato di indirizzo SSI Camilla Lunelli e Alice Rubini. “Festeggiamo una tappa importante – ha sottolineato il rettore Deflorian –, ma la Scuola ha un grande futuro davanti a sé. Il punto di forza sarà la su capacità di progettualità in chiave interdisciplinare, non solo per la didattica ma anche per la ricerca. È un modello unico nel sistema universitario e nell’ordinamento italiano. In questo senso è un esempio felice che può essere di ispirazione per altre iniziative a carattere innovativo”.

Ospiti d’eccezione

Attraverso vent’anni di attività sono passati dalla Scuola per tenere seminari, insegnamenti o guest lectures nomi noti dell’economia, delle relazioni internazionali, delle istituzioni che contano. I primi nomi da ricordare, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che lo scorso luglio ha conferito la laurea a titolo d’onore ad Antonio Megalizzi, studente della Scuola di studi internazionali, insieme al presidente del Parlamento europeo David Sassoli; Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica; Vaclav Klaus, già presidente della Repubblica Ceca. Agli ultimi due è stato conferito il titolo di professore onorario SIS. Ma tra i molti altri nomi nel libro dei ricordi ci sono anche, Giuliano Amato, Filippo Grandi (Alto commissario UNHCR), Cuno Jakob Tarfusser (giudice della Corte penale internazionale), Lamberto Zannier (Alto commissario sulle minoranze nazionali dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), Fatou Bensouda (chief prosecutor alla International Criminal Court) e Yash Ghai (Special Representative of the UN Secretary General in Cambodia on human rights). Ora è la volta di Anne-Marie Slaughter, amministratrice delegata di New America e professoressa emerita di Politica e Affari internazionali all’Università di Princeton, che nel pomeriggio riceverà dalla Scuola di Studi internazionali il titolo di professoressa onoraria “Bruno Kessler”.

Le collaborazioni sul territorio

La vocazione internazionale della SSI non preclude il dialogo con il territorio. È stata avviata una serie di accordi di collaborazione con istituti, organizzazioni e centri di ricerca, volti a promuovere la cooperazione didattica e di ricerca, la mobilità degli studenti per gli stage, nonché la mobilità del personale per le attività di ricerca, insegnamento e divulgazione. I progetti congiunti organizzati periodicamente con i partner includono conferenze, moduli di formazione e workshop offerti agli studenti della Scuola.
Un esempio virtuoso è la collaborazione con il Gruppo Mezzacorona per approfondire le dinamiche dei mercati internazionali, il quadro delle relazioni internazionali e delle istituzioni europee. L’accordo si concretizza in un Premio annuale per la migliore tesi di laurea su temi di mutuo interesse per le due istituzioni, tra cui la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, il cambiamento climatico, il commercio internazionale di beni agro-alimentari e la sicurezza alimentare. Il conferimento del Premio avviene in occasione della Rotari Lecture organizzata annualmente dalla SSI nel mese di ottobre. Tra gli altri principali partner della Scuola anche altre importanti realtà istituzionali e imprenditoriali del territorio, come il Centro OECD di Trento, Trentino Sviluppo, il Centro per la Cooperazione internazionale, EURAC Research, il Servizio Europa della Provincia autonoma di Trento, Iprase del Trentino.
A livello nazionale e internazionale le collaborazioni si estendono fino all’Istituto di Affari Internazionali (IAI), al Centro Studi di Politica Internazionale (Cespi), al Center of Excellence for Stability Police Units (CoESPU), il Center for European Policy Studies e Intersos. Inoltre la SIS è l’unica istituzione accademica italiana a far parte del Network OSCE.

Titolo onorario “Bruno Kessler” a Anne-Marie Slaughter

Anne-Marie Slaughter è amministratrice delegata di New America e professoressa emerita di politica e affari internazionali all’Università di Princeton. È Fellow dell’American Academy of Arts and Sciences e componente dell’American Philosphical Society. Ha ricoperto importanti incarichi all’interno del Dipartimento di Stato americano durante l’amministrazione Obama ed è stata la prima donna a dirigere la School of Public and International Affairs dell’Università di Princeton. New America è un importante think tank statunitense che si occupa di questioni di politica pubblica, tra cui sicurezza nazionale, tecnologia, infrastrutture, salute, genere, energia, istruzione. Il suo curriculum scientifico copre una gamma amplissima di temi, che spaziano dalle relazioni internazionali al diritto internazionale, dal divario di genere all’equilibrio tra vita privata e vita lavorativa, dal ruolo dei tribunali nei sistemi nazionali ed europei al ruolo della democrazia negli Stati Uniti e alla trasformazione della società. È un’importante editorialista di diversi giornali e riviste di alto profilo, come il Financial Times (dove è contributing editor), l’Atlantic, Project Syndacate.