C’è una new entry nei processi di invecchiamento, che acquisisce sempre più importanza, sia in fase diagnostica, come parametro di presa in carico del paziente, che in quella di problem solving. È la quercetina che è stata al centro di due relazioni tenute dal dottor Valerio Massimo Magro, nel corso del congresso della Società italiana di medicina estetica. “La quercetina – spiega il Valerio Massimo Magro – è un’antiossidante naturale che si trova sia nei flavonoidi(non sono un cibo, la frase non ha senso) che in molti cibi e integratori e che svolge un ruolo simile a quello della vitamina C. Si trova in diversi alimenti, come le mele, la buccia di alcuni frutti e in alcune verdure e viene utilizzata in diverse terapie per i disturbi metabolici e infiammatori, proprio per la sua funzione antiossidante; in più ha anche una funzione anti-virale e immuno-modulante. In letteratura sono descritti anche i suoi effetti anti-aterosclerosi e quelli simil-estrogenici. Insomma è una sostanza multi-tasking, dalle molte funzioni e dai molti possibili usi”.

Le modalità di assunzione

La quercetina è disponibile anche come supplemento orale ed è contenuta in diversi integratori; in questo modo può andare a complementare e integrare una dieta alimentare mirata. “L’intervento – spiega Magro – può essere bimodale; la quercetina può essere assunta come integratore e abbinata ad un piano nutrizionale sano, ricco di alimenti che la contengano in ampie quantità. L’ageing a livello cellulare è causato principalmente, ma non solo, da uno squilibrio ossido-riduttivo che, col passare del tempo, porta ad un deterioramento. Per questo, l’organismo diventa più vulnerabile e non riesce ad eliminare i radicali liberi, per un difetto dell’ossido-riduzione. In tal caso, la quercetina, insieme ad altre sostanze anti-ossidanti, contrasta il fenomeno e ritarda i danni provocati dall’ageing stesso”. Anche la diagnostica di tipo internistico-geriatrico e di medicina estetica dovrebbe tenere in considerazione questi aspetti. “La valutazione dell’invecchiamento del paziente – conclude Magro – deve passare sia dal piano internistico-geriatrico che da quello estetico per una presa in carico completa del paziente”. “Medicina estetica e medicina antiaging sono 2 discipline che lavorano sempre in sinergia – commenta Emanuele Bartoletti, presidente della Sime – L’aspettativa di vita si è allungata e abbiamo il dovere di mantenere il più a lungo possibile anche la sua qualità, promuovendo il sentirsi bene con sé stessi, con la propria pelle e con il proprio fisico, oltre che con la propria testa”.