Si chiamano rispettivamente Healthentia e Vik tumore ovarico. Sono due app a disposizione delle pazienti. La prima è stata realizzata dal Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS grazie anche al supporto non condizionato di GSK, la seconda è stata invece voluta dalla multinazionale farmaceutica ed è stata messa a punto con il contributo fattivo di Acto onlus. L’8 maggio, in occasione della Giornata mondiale del carcinoma ovarico, è stata l’occasione per fare il punto su questa neoplasia, l’ottava più comune nelle donne nel mondo, 5.200 le nuove diagnosi ogni anno in Italia, in maggioranza nelle over 40. Negli ultimi anni si sono fatti progressi enormi nella terapia e i Parp inibitori hanno dato risposte importanti, aprendo una nuova era in termini di allungamento della sopravvivenza e miglioramento della qualità di vita. E in occasione della Giornata mondiale del tumore ovarico l’Associazione no-profit Loto ha organizzato al Policlinico Gemelli, presso l’unità operativa di ginecologia oncologica, un’iniziativa dedicata alla bellezza delle donne con tumore ginecologico, perché prendersi cura del proprio aspetto, nonostante la malattia, aiuta ad affrontare meglio le terapie. “Healthentia – spiega la professoressa Anna Fagotti, direttrice dell’unità operativa carcinoma ovarico del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, associato di ostetricia e ginecologia all’Università Cattolica – è il nostro occhio vigile sulle pazienti sottoposte a un intervento per un tumore ginecologico. È il canale di interazione, una volta dimesse, che permette alle donne di dialogare con i medici e a noi di intervenire se vediamo che qualcosa non va”.

La app

La app, che è scaricabile dalle pazienti attraverso un codice d’invito nell’area dedicata del sito del Gemelli, ha la funzione di amico, caregiver, medico personale virtuale. “Una volta a casa, le pazienti ricevono questionari specifici in base alla loro condizione – pazienti con drenaggi, cateteri, nefrostomie- sia per monitorare la situazione, sia, soprattutto, per intervenire in tempo se le risposte date possono far pensare a una complicanza di cui la paziente non si è resa conto”. Attraverso Healthentia è possibile inoltre scambiare foto, video, documentazione clinica: un filo invisibile, insomma, la coperta di Linus che rassicura la donna in una fase critica della sua vita. La app è in continua evoluzione. “Il progetto – continua la professoressa Fagotti – prevede che i servizi contenuti nell’applicazione vengano ampliati, per esempio con il monitoraggio della terapia, ma non solo. Con i nostri informatici ci stiamo lavorando e contiamo di essere a regime all’inizio del prossimo anno”. Vik tumore ovarico è l’altra app. Anche in questo caso è un amico virtuale, sviluppato dall’azienda francese Wefight. Si tratta di una macchina intelligente costruita con algoritmi in grado di elaborare il linguaggio e di comprendere le richieste delle pazienti. I contenuti scientifici si basano sulle linee guida di ogni Paese e sono stati costruiti e validati da esperti medici, mentre quello che riguarda l’aspetto “sociale”, le preoccupazioni delle pazienti, dalle associazioni dei pazienti, in Italia da Acto onlus. La app conosce a menadito il tumore ovarico: definizioni, livelli, tipi, sintomi, diagnosi, impatto sulla qualità della vita (sport, lavoro, sessualità, alimentazione). È informato sui trattamenti e sulle classificazioni delle terapie. Ne conosce i foglietti illustrativi e ha un dialogo aperto con i siti governativi in caso di variazioni. In più tiene conto degli appuntamenti della paziente e l’avvisa per tempo, lo stesso fa per l’assuzione della terapia.