Con la pandemia Covid gli italiani sono diventati più sedentari, andando a peggiorare una situazione che già non era delle migliori. È la denuncia che arriva dalla Società italiana di medicina generale in occasione della Giornata mondiale dell’attività fisica. “Negli ultimi due anni è ragionevole ipotizzare un peggioramento di questa situazione a causa della pandemia. Infatti l’indagine Passi rivela che la quota dei soggetti del tutto sedentari è aumentata del 10% rispetto agli stessi mesi del 2019”, sottolinea Gerardo Medea, responsabile Simg area metabolica. La gravità della situazione si evince da analisi dei dati dello studio Passi dell’Istituto superiore di sanità riferiti al 2019, che rivelano alcuni elementi assai preoccupanti: solo il 49% della popolazione italiana dichiara di essere fisicamente attiva, il 24% è parzialmente attiva, il 27% è praticamente sedentaria. “I dati – ricorda ancora Medea – peggiorano ulteriormente se si considerano i soggetti con oltre 65 anni (la quota di sedentari sale dal 40% del 2019 al 43% nel 2020 rispetto a un trend stabile osservato negli anni precedenti) e la popolazione del sud d’Italia (dove la quota di sedentari ultra 65enni passa dal 46% al 52% e tra le persone con basso livello di istruzione dal 45% al 53%.)”.

Allarme obesità

“La sedentarietà è proporzionalmente collegata con la prevalenza e l’incidenza dell’obesità e delle morbilità a essa correlate, come il diabete tipo 2 o le patologie cardiovascolari. L’incidenza e la prevalenza di sovrappeso e obesità sono in netto incremento nei Paesi Occidentali. In Italia circa il 30% dei soggetti adulti è in sovrappeso e il 10% è obeso. È in netto aumento, inoltre, soprattutto al sud, il numero di bambini con problemi di peso”, ricorda ancora Medea. Da qui l’appello perché il medico di famiglia, in virtù del suo rapporto continuativo e della sua presenza capillare sul territorio, abbia un ruolo determinante nell’educazione ai corretti stili di vita nella popolazione generale.


“Uno stile di vita salutare, sostenuto da un’attività fisica regolare e da un’alimentazione equilibrata, ha effetti preventivi non solo sulla comparsa dei disturbi metabolici, ma interviene positivamente a 360° su moltissime altre patologie, inclusi i tumori e il decadimento cognitivo – spiega Medea -. I medici di medicina generale possono moltiplicare e rinforzare i messaggi circa gli effetti salutari dell’attività fisica. Un intervento di informazione ed educazione, effettuato in modo capillare e con la possibilità di reiterarlo nel tempo con un grande numero di contatti quotidiani (più di due milioni considerando tutti i medici italiani), può ottenere effetti straordinari a livello di salute pubblica e di popolazione generale”. “Sono sufficienti – ricorda Medea – anche piccole modifiche comportamentali, come muoversi a piedi (senza mezzi di trasporto pubblici o privati), quando possibile, e per le più comuni attività della vita quotidiana, incrementando gradualmente lo sforzo fisico soprattutto per le persone più sedentarie e meno allenate. I massimi benefici per la salute si ottengono infatti con un esercizio effettuato con costanza e regolarità”. Non a caso, anche lo slogan dell’edizione 2022 della Giornata recita ‘Attività fisica: poco, vale molto!’, perfettamente in linea con l”Every move counts’ che ha accompagnato il lancio delle nuove Linee guida sull’attività fisica e il comportamento sedentario pubblicate dall’Oms.