Samara Vision, azienda focalizzata nel restituire la vista e l’autonomia a pazienti affetti da degenerazione maculare senile (AMD) all’ultimo stadio attraverso dispositivi protesici visivi avanzati, ha annunciato i primi tre casi clinici di successo in Italia utilizzando il SING IMT (Smaller-Incision New-Generation Implantable Miniature Telescope) per persone che vivono con degenerazione maculare senile (AMD) all’ultimo stadio. Il SING IMT è stato impiantato con successo nei pazienti all’inizio di febbraio dal professor Stanislao Rizzo, direttore dell’Unità di oftalmologia della Fondazione policlinico universitario Agostino Gemelli IRCCS e ordinario della Clinica oftalmologica dell’Università Cattolica di Roma.

Impianto telescopico

Quasi invisibile all’interno dell’occhio, il SING IMT è un impianto telescopico galileiano progettato per migliorare l’acuità visiva e la qualità della vita dei pazienti con AMD in fase avanzata. Composto da micro-ottica ultra-precisa, il SING IMT viene impiantato durante un tipico intervento ambulatoriale di cataratta. Dopo il recupero dall’intervento, i pazienti lavorano a stretto contatto con uno specialista dell’ipovisione e con terapisti in riabilitazione visiva per imparare ad usare la loro nuova visione, spesso esercitandosi con compiti progettati con i loro specifici obiettivi visivi in mente. Le immagini viste nella visione “frontale” sono ingrandite 2.7x e proiettate su aree sane e non danneggiate della macula nella parte posteriore dell’occhio, riducendo l’impatto del “punto cieco” nella visione centrale causato dall’AMD e permettendo ai pazienti di vedere immagini che prima erano irriconoscibili. “E’ incredibilmente emozionante introdurre il SING IMT come opzione di trattamento per i pazienti in Italia la cui visione è stata gravemente compromessa dall’AMD in fase avanzata. La degenerazione maculare non solo priva le persone della loro vista, ma anche della loro indipendenza, perché devono affidarsi ad altri per leggere o descrivere ciò che hanno davanti. Può essere isolante – ha spiegato il professor Rizzo -. È un privilegio offrire ai miei pazienti cure di alta qualità e l’accesso alle opzioni di trattamento più avanzate. Spero che questi primi tre pazienti siano solo i primi di molti che sperimenteranno un miglioramento della vista e si riavvicineranno alle persone e alle attività che amano”.