“Il progetto avviato da Simg e Simit è basato sulla constatazione che le due infezioni da HCV e HIV hanno ampia diffusione in Italia: servono quindi tutte le strategie possibili per individuare i soggetti che possano aver contratto l’infezione. Per questo era nata l’idea di un camper che girasse le città per eseguire i test; il Covid ha reso più complicata questa ipotesi, che si è comunque realizzata nelle fasi di regressione della pandemia. Oggi in Italia vi sono circa 120-130mila persone infette da HIV, e il 10% non ne è a conoscenza; il sommerso dell’epatite C si stima tra le 200 e le 300mila unità. Intervenire rispettivamente nel controllo e nell’eradicazione del virus è determinante anche per evitare un’ulteriore propagarsi dell’infezione. Per questo bisogna pensare a nuove soluzioni, come dei check point in punti strategici delle città, e tenere conto di nuove condizioni. Per l’HIV, infatti, con nuove terapie efficaci che rendono cronica l’infezione, i pazienti invecchiano, la presenza di comorbosità si fa più frequente e serve un’assistenza continuativa, che deve trovare supporto anche sul territorio, per seguire i pazienti in maniera più agevole”. Lo ha detto il professor Massimo Andreoni, direttore scientifico di Simit, intervenendo al webinar Alla ricerca del virus: stato dell’arte e prospettive future, organizzato da Regia Congressi con il contributo non condizionante di Gilead Sciences.

Per il video servizio:https://youtu.be/lBn4PmrSa88