Il professore Vincenzo Pepe, presidente nazionale di FareAmbiente, ha salutato con soddisfazione l’approvazione della riforma costituzionale dell’art. 9 e dell’art. 41 che inserisce la tutela dell’ambiente nella carta costituzionale: “Pur salutando con viva soddisfazione l’inserimento di questi principi – ha spiegato Vincenzo Pepe – riteniamo che questi principi non siano solo carta, ma rientrino realmente ed effettivamente nella cultura ambientale di tutta la comunità, un cultura che non deve essere vissuta in termini ideologici e fondamentalisti, ma deve puntare ad un ambientalismo illuminato, ragionevole, che sappia coniugare la necessità dello sviluppo del nostro Paese con la sostenibilità, un ambientalismo green ma senza rinunciare a quello che è lo sviluppo”.

Il lavoro di FareAmbiente

FareAmbiente è l’unico movimento di ambientalismo che da anni – infatti – rivendica una cultura d’ambiente “non quella del no o del sì a priori – spiega il presidente di FareAmbiente – ma del metodo scientifico che deve dire qual è il rischio minore per una buona qualità della vita, atteso che tutela dell’ambiente è anche identità dei territori, cultura dell’uomo che con la sua creatività, con il suo intelletto, riesce a far sì che ognuno di noi abbia una buona qualità della vita. Se le aspettative di vita oggi superano i 90 anni è grazie anche alla tecnologia che deve essere sostenibile. Più la tecnologia avanza più ci sarà una buona qualità della vita”.

Vincenzo Pepe, presidente di FareAmbiente.

” FareAmbiente – conclude Pepe – preannuncia anche una prossima conferenza stampa dove per tecnologia va intesa anche la ricerca, senza escludere il nucleare di terza e quarta generazione. Il nucleare non può essere escluso tra le fonti e tra le tecniche di produzione di energia e sicuramente deve essere riconsiderato in una cultura e rieducazione all’energia. Preconcetti ideologici sicuramente non aiutano l’ambiente. Se vogliamo fare la transizione ecologica serve una rivoluzione culturale che non nega la tecnologia e gli investimenti, anzi investimenti maggiori devono essere fatti nella tecnologia rinunciando  agli idrocarburi che influiscono  nel cambiamento del clima. Tanto rinnovabile, tanta ricerca senza escludere le potenzialità del nucleare che aiuterebbe anche ad abbassare le bollette energetiche che sono attualmente insostenibili”.