Domani alle 12 dall’auditorium Damor di via Emilio Scaglione, 27 di Napoli, si terrà la conferenza stampa con Vincenzo Santagada, assessore alla Salute Comune di Napoli, Ugo Trama, responsabile politiche del farmaco Regione Campania, Bruno Trimarco, professore emerito Università Federico II e consorzio Itme, Giuseppe Fiorentino, primario pneumologo e terapia sub intensiva ospedale Cotugno-Monaldi, Antonietta Coppola, pneumologa ospedale Monaldi-Cotugno, Gaetano Santulli, Albert Einstein Institute di New York, Matteo Tosato Policlinico Gemelli Roma.
La sperimentazione
Attraverso una sperimentazione nella terapia sub intensiva Covid dell’ospedale Cotugno di Napoli e un lavoro scientifico e di ricerca portato avanti nell’ambito del consorzio Itme (International Translational Research and Medical Education), creato dall’università Federico II in collaborazione con l’Albert Einstein Institute of Medicine di New York e l’importante coinvolgimento di Damor, storica azienda farmaceutica napoletana, si è riusciti a dare impulso alla conoscenza dei meccanismi fisiopatologici dell’infezione da Sars Cov2, con particolare riferimento alla disfunzione dell’endotelio che il virus può creare. In molti studi si è osservato che pazienti diabetici e/o con ipertensione arteriosa, con alterata funzione endoteliale, hanno avuto complicanze gravi dopo il contagio da coronavirus, con fenomeni tromboembolici e infiammatori, come polmoniti e miocarditi. Molte delle complicanze sembrano legate alla disfunzione endoteliale, a una tempesta infiammatoria di citochine, a uno stato di ipercoagulabilità.L’endotelio, tessuto di cellule che rivestono le pareti interne del cuore e dei vasi, modula l’aggregazione piastrinica, i processi coagulativi, contribuisce all’immunità innata, riduce l’infiammazione, regola le resistenze vascolari, protegge mediante antiossidanti dall’effetto nocivo dei radicali liberi dell’ossigeno.È dunque fondamentale preservare e migliorare la funzione dell’endotelio. Nel corso del lavoro realizzato da Itme, Cotugno, Damor, pubblicato su Eclinicalmedicine gruppo The Lancet, si è evidenziato che nei pazienti ricoverati con infezione grave da Covid 19 supportando le tradizionali terapie farmacologiche con la supplementazione di L-arginina, aminoacido che presiede la produzione di ossido nitrico e citrullina da parte della cellula endoteliale, si sono dimezzati i tempi di degenza ospedaliera e si è ridotta la necessità del supporto ventilatorio. Nella collaborazione tra Itme, Damor e Policlinico Gemelli di Roma sono stati messi in luce i presupposti per un trattamento utile anche nella fase post-Covid, così come ricerche in corso presso l’istituto Albert Einstein di New York stanno mettendo a punto.