L’Italia e i virus. Come contrastare HIV, HCV, influenza e Sars-CoV-2 tra pandemia e Pnrr. Le risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, 20 miliardi di euro, diventano infatti fondamentali per ammodernare la rete, per intervenire sugli ospedali di prossimità, per implementare la rete delle singole specialità. E’ anche di questo, del rapporto tra la rete infettivologica e la sanità italiana, che si è discusso durante il congresso nazionale Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali.

Infettivologia, disciplina trasversale

“Il ruolo dell’infettivologia nella sanità del futuro è fondamentale, sia per la trasversalità che questa disciplina ha acquisito rispetto alle altre nella gestione di una medicina sempre più complessa, sia per l’elevato livello di competenza che richiede; l’Italia può contare su una rete di strutture di eccellenza, frutto degli interventi attuati nella lotta contro l’Aids, che in questo campo ha permesso di ottenere risultati di rilevanza internazionale. Vecchie e nuove sfide infettivologiche richiedono però ulteriori investimenti sui singoli nodi della rete (reparti di degenza e servizi ambulatoriali) e sul loro efficace coordinamento; in particolare, per quest’ultimo punto è indispensabile investire su sofisticati strumenti informatici e di intelligenza artificiale, ormai decisivi sia nella fase di acquisizione e confronto di macrodati, che nella fase di trattamento e monitoraggio del singolo paziente – dichiara Marcello Tavio, presidente Simit -. Come ha dimostrato la pandemia da Covid-19, avere una rete di strutture di alto livello dal punto di vista organizzativo e tecnologico, incentrate sull’attività di professionisti della salute competenti, rappresenta un punto di forza imprescindibile; solo a questa condizione si può reagire con prontezza ed efficacia sia in condizioni eccezionali, come sotto l’attacco improvviso di una emergenza sanitaria globale come quella pandemica, sia in condizioni normali, come nella nella gestione delle infezioni da MDR”.

Piano nazionale della prevenzione

“E’ importante – prosegue Tavio – menzionare anche il Pnp, Piano nazionale della prevenzione 2020-2025, che include un capitolo specificamente dedicato alle “malattie infettive prioritarie”, tra cui tubercolosi, HIV/AIDS, epatite B e C, e malattie da batteri multiresistenti. Le strutture di malattie infettive parteciperanno con il massimo impegno alle iniziative inerenti il Pnp, nella convinzione che i benefici che ne derivano sono essenziali per l’intero sistema . A proposito di piani, a causa del Covid quello relativo all’Aids è rimasto un po’ indietro, quindi è indispensabile che riparta, in tutte le Regioni. Pensiamo che la Simit possa giocare un ruolo decisivo anche sotto questo aspetto, grazie a una fitta rete locale e regionale. Discorso analogo per gli screening per contrastare le epatiti, in particolare l’HCV: il decreto Milleproroghe ha destinato 71,5 milioni di euro alle Regioni per far emergere il sommerso, per trattare i pazienti e quindi arrivare progressivamente all’eradicazione della malattia”.

Per il video servizio:https://youtu.be/SleLV7JBtoA