Gli anticorpi monoclonali dovrebbero essere utilizzati entro 3-5 giorni dalla comparsa dell’infezione da Covid. Servono ad evitare che la patologia degeneri nelle sue forme più gravi: in più del 95% dei casi sono in grado di bloccare l’evoluzione del quadro. Differiscono dai vaccini in quanto sono anticorpi costruiti in vitro e sono attivi in maniera molto selettiva nei confronti del virus, riconoscendo un antigene specifico della proteina spike contro cui sono diretti, mentre il vaccino deve determinare una risposta anticorpale all’interno del nostro organismo. “L’impiego degli anticorpi monoclonali ormai è una realtà consolidata nel trattamento delle fasi precoci dell’infezione in quei soggetti che presentano un alto rischio di sviluppare una progressione severa della malattia – spiega il professor Claudio Mastroianni, presidente Simit –. Fondamentale è la somministrazione precoce che deve avvenire preferibilmente entro 3-5 giorni dall’esordio dei sintomi. Gli anticorpi monoclonali rappresentano una terapia dal grande impatto nell’evitare l’ospedalizzazione, una delle conseguenze più devastanti del Covid. Una strategia di possibile futura applicazione è l’impiego come profilassi pre- e/o post-esposizione in soggetti che non hanno completato il ciclo di vaccinazione o che si prevede che non sviluppino una adeguata risposta immunitaria al vaccino, come gli immunodepressi”.

Per la video intervista:https://youtu.be/F5dTD0oM0qo