Superare le forti differenze di genere nelle retribuzioni e la segregazione occupazionale delle donne, promuovere la formazione scolastica e universitaria per aiutare la donna ad abbattere i pregiudizi, promuovere la medicina di genere, intervenire sull’organizzazione sociale e del lavoro per evitare che il carico familiare ricada solo sulla donna. Sono alcune delle azioni inserite nella “Proposta di futuro della sanità italiana” messe a punto dalla “Community delle donne protagoniste in sanità”, illustrata nel corso del convegno “Presentazione delle proposte sul Pnrr della Community donne protagoniste in sanità“, nella sala Zuccari del Senato. La Community è nata nella primavera 2021 e vede la partecipazione di circa 400 donne che ricoprono posizioni apicali nel settore sanitario, sia nel pubblico che nel privato. Come prossimi passi, si propone la creazione di una associazione su scala nazionale entro il 2021, con una rete di nuclei e referenti provinciali. 

Sei missioni

Le proposte si articolano in sei missioni: digitale e green, reti, donna, territorio e inclusione sociale, professioni sanitarie, governance della sanità. Per ogni missione vengono definite criticità e obiettivi e indicate le azioni concrete per raggiungerli. Si va dalla necessità di promuovere la formazione scolastica e universitaria per aiutare la donna ad abbattere i pregiudizi, all’intervento sull’organizzazione sociale e del lavoro, incentivando la costruzione di asili nido aziendali, spazi per l’allattamento, tempo pieno nelle scuole, servizi per i soggetti fragili; dall’attivazione e implementazione di processi di cambiamento istituzionale nelle organizzazioni con gli obiettivi di promuovere l’uguaglianza, alla promozione di una rapida digitalizzazione all’equiparazione dei contratti collettivi di lavoro di tutti i professionisti della salute. “Esiste un problema importante che riguarda i percorsi lavorativi delle donne e la necessità di andare a occupare ruoli importanti della rete e poter incidere. Ancora c’è bisogno di lavorare, ma c’è bisogno soprattutto di una politica d’insieme, su come le donne stanno nel mondo del lavoro e su qual è il loro ruolo. Noi non abbiamo più paura, la Community passa dall’io al noi: va oltre ai singoli, è inclusiva”, ha spiegato Monica Calamai, direttrice Ausl Ferrara e coordinatrice della Community. 

Il compito della classe dirigente

“Credo che dopo l’epidemia noi classe dirigente abbiamo il compito di accompagnare la rivoluzione che ci sarà nel mondo della sanità. La pandemia ha messo in rilievo di tante cose che già non andavano. Quando dite le donne protagoniste in sanità, voi del settore vi sentite una grande responsabilità, vi siamo grati e consegnate alla politica soluzioni che siamo qui per ascoltare. Vediamo come dar seguito a questa iniziativa dal punto di vista istituzionale”, ha detto Annamaria Parente, presidente commissione Sanità del Senato. Per la presidente della Commissione Affari Sociali della Camera, Marialucia Lorefice, “il documento può rientrare perfettamente nell’ambito del programma di riforma del servizio sanitario nazionale, su cui è importante che la politica sappia interloquire con chi nella sanità ci vive e ci opera. I dati ci dicono che è necessario provare a sviluppare una strategia per favorire l’occupazione femminile: serve una terapia d’urto per migliorare l’accesso al lavoro delle donne. Il Pnrr è un’ottima opportunità perché la persistente disuguaglianza rappresenta anche un ostacolo allo sviluppo economico”. 

“Non è facile mettere tutte insieme per dialogare e trovare quello che ci unisce, lavorando si possono realizzare le nostre idee e trasformarle in progetti concreti, dando vita a una sanità migliore di quella attuale. Abbiamo una opportunità straordinaria, non dobbiamo fallire”, ha sottolineato Teresa Calandra, presidente Federazione nazionale ordini Tsrm e Pstrp, che riunisce 19 professioni sanitarie. “Il futuro della sanità è nella prossimità verso i più fragili e nella capacità di lavorare insieme delle professioni sanitarie. Questi sono due pilastri, se viene meno uno dei due non riusciremo a migliorare la nostra sanità. Dobbiamo essere in grado, tutti insieme, anche la politica, di lavorare per un cambio di paradigma, mettendo al centro il cittadino e l’assistito”, ha detto la presidente della Fnopi Barbara Mangiacavalli.

Gender gap

“Proprio la forte presenza femminile in questa legislatura e in commissioni chiave – ha rilevato Elisa Pirro, capogruppo M5s in commissione sanità al Senato – ha forse dato la spinta a parlare di alcuni argomenti che in passato erano stati un po’ trascurati. Speriamo che questo faccia vedere i suoi frutti nella realtà pratica, perché le norme, ad esempio quella sul gender gap, sono state approvate ma a volte c’è un tempo di attuazione. Noi terremo alta l’attenzione per far sì che questo tempo di attesa sia il più breve possibile”. A concludere i lavori è stata la capogruppo del Movimento 5 Stelle in Senato, Mariolina Castellone. “Questa pandemia – ha detto – ci ha investito quando ormai in sanità da dieci anni si continuava a tagliare, si erano tagliati 37 miliardi alla sanità pubblica. Se non fosse stato per la resilienza e la dedizione del personale sanitaria non avremmo potuto reggere. Ma la pandemia ci ha indicato la rotta, che non più essere quella dei tagli in settori strategici. La rotta è stata invertita, abbiamo stanziato 13 mld per la sanità e altri 20 mld sono nel Pnrr. Il Parlamento sta lavorando su una nuova visione basata su tre pilastri: rafforzare le infrastrutture, anche con l’utilizzo di nuovi strumenti; la valorizzazione del personale e la formazione; la governance, in cui intendiamo un ripensamento del rapporto tra Stato e Regioni perché non possiamo continuare ad avere 20 sanità diverse ma anche il superamento di una organizzazione ospedalocentrica e un diverso rapporto tra pubblico e privato. In Italia c’è un divario che va colmato, un divario di inclusione sociale e di genere: oggi abbiamo ricordato che le donne al lavoro in Italia sono il 53% rispetto al 67% della media europea e abbiamo ricordato quale sia il loro carico familiare. Ma su questo stiamo facendo un grande lavoro in Parlamento. Da questo documento emerge che è fondamentale passare dall’io al noi, soprattutto tra donne, e fare rete. Dobbiamo imparare a essere più trasparenti e inclusivi perché nelle scelte di salute pubblica l’attore principale deve essere il cittadino: se sapremo fare rete ed essere trasparenti e inclusivi possiamo sperare di uscire da questo tunnel, di cui riusciamo finalmente a vedere la luce”, ha concluso.