Ha una mano bionica di ultima generazione: sono trascorsi 10 anni da quando Valentina Pitzalis, oggi 38 anni, di Cagliari, scampò a un tentativo di femminicidio da parte del marito. Lui, Manuel Piredda, tentò di ucciderla appiccando un incendio, ma morì avvolto dalle fiamme. Era il 17 aprile del 2011, Valentina, all’epoca aveva 28 anni: sopravvisse, ma rimase devastata. I parenti del marito la denunciarono, accusandola di aver appiccato l’incendio per uccidere il marito. La vicenda venne archiviata nell’ottobre scorso: i giudici stabilirono che fu Manuel a dare le fiamme alla casa perché voleva ammazzarla. E fino ad oggi Valentina ha portato con sé i segni del passato: ora si apre un nuovo capitolo nella storia della donna che non si è mai arresa, nonostante i tre anni persi per la denuncia degli ex suoceri e la necessità di dirottare sulle spese legali i soldi messi da parte, grazie a una raccolta fondi, proprio per acquistare la protesi.

La rinascita

“Sono felicissima e molto emozionata. Per me è un sogno che finalmente si avvera – racconta oggi la donna -. Dopo 10 anni, ho di nuovo la mano sinistra e non vedo l’ora di imparare ad usarla al meglio. Ringrazio la mia famiglia, le persone a me care, le associazioni che mi hanno permesso di percorrere la strada, spesso in salita, per arrivare fino a qui. Ancora ho molto da fare e realizzare, ma ora posso dire di essere una vera Wonder Woman”. Valentina Pitzalis è la prima donna in Italia a poter utilizzare questa particolare tecnologia: la mano bionica Nexus che le è stata applicata nell’Officina ortopedica Maria Adelaide di Torino, diretta da Roberto Ariagno.

Roberto Ariagno delle Officine ortopediche Maria Adelaide di Torino con Valentina Piztalis.

La tecnologia Nexus

“La tecnologia di Nexus segna un passaggio epocale rispetto alle protesi precedenti – ha commentato Ariagno – Sono molto contento che sia proprio Valentina la prima persona in Italia a poter utilizzare questo strumento straordinario. Sicuramente si tratta di un grande cambiamento e questa mano bionica di ultima generazione aumenterà la qualità della vita di Valentina, aiutandola nella sua quotidianità”. Potente, veloce e leggera, la mano applicata dall’Officina ortopedica è stata progettata sulla base di numerosi dati misurati e raccolti per essere più anatomicamente proporzionata e allo stesso tempo avere un’estetica migliore. La motorizzazione della presa e della rotazione del pollice viene utilizzata in modalità dinamica simultaneamente, permettendo un controllo intuitivo del pollice. Le capacità di flessione libera consentono un uso senza ulteriori input mioelettrici e la tecnologia passiva a molla, aiuteranno la donna a compiere movimenti naturali e fluidi, senza pesare sulla sua spalla.ha grandi aspettative per il futuro, ma prima di tutto dovrà affrontare un periodo di allenamento per arrivare a sfruttare al meglio le potenzialità della mano, che può essere impostata su 14 modelli di presa e far ricaricare rapidamente le batterie tramite un cavo Usb. Il costo della Nexus è stato coperto in parte dalla Asl di Carbonia e in parte grazie a una raccolta fondi realizzata ben nove anni fa da Fondazione Doppia Difesa. La protesi ha un costo di 40mila euro, il servizio sanitario copre i costi fino a 15mila euro. La differenza deve essere pagata dal paziente. Valentina è stata aiutata dall’associazione Fare X Bene che ha promosso, in questi anni, una raccolta fondi per lei. “Ma sarebbe necessario – h spiegato Ariagno – un aggiornamento dei tariffari ministeriali che risalgono a 22 anni fa: le tabelle sono ferme al 1999”. Valentina Pitzalis, che fa parte della associazione Fare X Bene, gira le scuole della Sardegna per sensibilizzare le ragazze sul tema della violenza contro le donne, soprattutto per insegnare loro a non sottovalutare mai i campanelli d’allarme.