In Basilicata “la fotografia dell’infanzia non è delle migliori: il 34% dei minori vive in condizioni di povertà relativa”. E’ il quadro che emerge dalla XII edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia 2021 “Il futuro è gia’ qui” di Save The Children che, a pochi giorni dalla Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza, si spinge a denunciare in Italia un “rischio di estinzione” per l’infanzia e chiede “un urgente un cambio di rotta a partire dal Pnrr”. Inoltre, in Basilicata gli “early school leavers” – cioè i ragazzi tra i 18 e i 24 anni che non studiano e non hanno concluso il ciclo d’istruzione – sono il 10% (media nazionale del 13%, europea del 9,9%) e i Neet (giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano, non studiano e non sono inseriti in alcun percorso di formazione) raggiungono la percentuale del 26,3%, percentuale poco più alta della media nazionale (23,3%) e nettamente superiore a quella europea (13,7%). Nell’Atlante è poi sottolineato che “le diseguaglianze e la povertà educativa si sperimentano sin dalla primissima infanzia. In Basilicata solo il 7,7% dei bambini usufruisce di asili nido o servizi integrativi per l’infanzia finanziati dai Comuni, un dato al di sotto della media nazionale che si attesta al 14,7%. La spesa media pro capite (per ogni bambino sotto i tre anni) dei Comuni lucani per la prima infanzia è di 293 euro ciascuno, un dato mediamente basso se si pensa che in Italia si passa dalla spesa di Trento di 2.481 euro fino ai 149 euro in Calabria. Nè il divario riguarda solo la prima infanzia. Anche crescendo, le disuguaglianze non spariscono: in Italia solo il 36,3% delle classi della scuola primaria usufruisce del tempo pieno, con forti disparità sul territorio. Guardando alle province della Basilicata è Matera 36,4% il fanalino di coda rispetto a Potenza dove ne usufruisce il 60%. Anche per le mense scolastiche, le disparità si notano: mentre Matera si ferma al 33,8% di chi ne usufruisce, Potenza segna un 57,4%”. E “cali di apprendimento e divari sono evidenti nell’analisi degli ultimi test Invalsi, su cui pesano fortemente i mesi di chiusura delle scuole durante la pandemia. La dispersione implicita, ovvero il mancato raggiungimento del livello sufficiente in tutte le prove, in Italia è in media del 10% nell’ultimo anno delle scuole superiori, con significative variazioni su scala regionale. In Basilicata, in provincia di Matera la dispersione implicita raggiungeva il 13,5%, in quella di Potenza il 13,7%”.