“L’herpes zoster ha rappresentato finora, soprattutto nei pazienti immunocompromessi, un unmeet medical needs, ossia un’esigenza assoluta – spiega il professor Massimo Andreoni -. Il vaccino disponibile fino ad oggi era a virus vivo attenuato, non utilizzabile nei pazienti immunodepressi. Il nuovo vaccino a sub unità è un passo avanti importantissimo, che permetterà di intervenire anche sui pazienti fragili e di prevenirne le conseguenze. Questa patologia non solo è estremamente frequente, ma ha anche conseguenze assai gravi – prosegue Andreoni -. Non si connota solo per il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio, un’eruzione vescicolare che normalmente decorre lungo un dermatomero, ma spesso presenta una sintomatologia neurologica (nevralgia posterpetica), una grave complicanza che si caratterizza per un dolore ai limiti della sopportabilità. Da un punto di vista epidemiologico possiamo dire che in soggetti con più di 50 anni con herpes zoster questa complicanza occorre in circa l’80% dei casi, un dato che evidenzia come la gravità e le conseguenze della patologia”. E’ quanto è emerso nel corso dell’incontro scientifico “Herpes Zoster in reumatologia: facciamo il punto”, organizzato da Aristea con il contributo non condizionante di GSK.

Per il video servizio: https://youtu.be/pYAOgoKbroU