L’esercizio 2019 si è concluso con un utile di 2.959.509, facendo registrare la crescita del valore della produzione (passato da 149.719.577 a 152.439.330), l’aumento del risultato operativo della gestione caratteristica (+82,7% rispetto all’annualità precedente), l’aumento del patrimonio netto (+2.177.509) e la riduzione dei crediti e dell’esposizione bancaria complessiva. Particolarmente intensa è stata l’attività negoziale, mentre un lieve incremento si è rilevato per il costo del lavoro. È quanto si legge nella relazione sulla gestione finanziaria della società “Sport e salute Spa” per l’esercizio 2019, approvata dalla sezione controllo enti della Corte dei conti con determina n. 106/2021. Si tratta del primo anno di operatività della riforma introdotta dalla legge di bilancio 2019 (legge n. 145/2018), che ha trasformato la precedente società “Coni servizi Spa” nell’attuale, con socio unico il ministero dell’Economia e delle finanze. La riforma ha modificato profondamente la fisionomia e le competenze della precedente, con una nuova governance, una differente mission, nuove modalità di finanziamento e, soprattutto, un diverso rapporto con l’ente Coni, di cui ha comunque continuato a essere una struttura di servizio. È stato strutturalmente ridefinito, infatti, il contratto annuale di servizio, sostituito da accordi settoriali; modificata e rafforzata, inoltre, l’attività di vigilanza e di indirizzo (prima svolta dal ministero per i beni culturali), passata alla presidenza del Consiglio dei ministri, quale autorità di governo competente in materia di sport.
Operatività della riforma
L’operatività della riforma, che ha evidenziato fin da subito criticità di coordinamento fra normativa statale, diritto societario, statuto sociale e regole sovranazionali, solo parzialmente superate dai successivi interventi legislativi, si è concretizzata solo a metà dell’esercizio 2019, con l’adattamento dello statuto e il rinnovo degli amministratori, cosicché l’annualità oggetto dell’esame della sezione costituisce in sostanza la risultante di due gestioni parziali, la seconda delle quali conclusasi a fine anno con le dimissioni anzitempo del presidente e amministratore delegato nominato a maggio e rimasto in carica per il secondo semestre. È rimasta inalterata la partecipazione totalitaria nelle due società controllate (Parco sportivo del Foro italico e Coninet, di cui è previsto il riassorbimento) e quella minoritaria nell’Istituto di credito sportivo. L’ente, osserva la sezione, ha provveduto a distribuire contributi per circa 340 milioni di euro agli organismi sportivi (federazioni nazionali, enti di promozione, gruppi civili e militari) e ha proseguito alcuni progetti qualificanti, finalizzati allo sviluppo degli impianti sportivi, in particolare nelle aree svantaggiate, subentrando a competenze prima gestite direttamente dal Coni. Sulla gestione 2019, infine, la magistratura contabile da atto che “gli obiettivi aziendali sono stati sostanzialmente conseguiti”, pur in una fase di passaggio tra precedente e nuova organizzazione, proseguendo attività in corso e programmandone di nuove.