Gli anticorpi monoclonali sono diventati uno dei prodotti farmaceutici più importanti anche in ambito infettivologico: il primo monoclonale in tal senso è stato impiegato per il virus respiratorio sinciziale, poi per il Clostridium difficile; recentemente sono iniziati gli studi e le prime applicazioni per l’HIV e per il Covid. Nella recente pandemia, questo approccio terapeutico si è rivelato fondamentale per evitare che la patologia innescata dal Covid degenerasse nelle sue forme più gravi. In HIV, vi è un anticorpo monoclonale, l’ibalizumab, che ha superato la fase 3 di sperimentazione, è già stato approvato da FDA ed EMA ed è in corso di approvazione AIFA proprio questi giorni, e che a breve sarà disponibile nei nostri ambulatori. Di questo si è parlato a ICAR 2021. “Questo anticorpo monoclonale si attacca alle cellule CD4 impedendo l’ingresso del virus nella cellula – spiega la professoressa Anna Maria Cattelan – Questo approccio terapeutico è stato studiato per i pazienti con alle spalle una lunga storia di terapia antiretrovirale ed in fallimento virologico. I dati a 96 settimane di trattamento indicano che anche in soggetti pluri-falliti vi è stata una risposta virologica nel 56% dei casi; direi un risultato importante per futuri sviluppi della molecola. Questo è solo l’inizio, visto che questi anticorpi monoclonali potrebbero essere usati anche in altri contesti, come nella terapia iniziale e addirittura nella prevenzione dell’HIV. Uno studio pubblicato quest’anno sul New England Journal of Medicine nella prevenzione dell’infezione da HIV su più di 4mila soggetti ad elevato rischio di infezione, pur non dimostrando un’efficacia nel raggiungimento di questo ambizioso risultato, ha rappresentato un importante “proof of concept”, sia per lo sviluppo di futuri vaccini, che per la programmazione di ulteriori futuri studi che dovranno prevedere la contemporanea combinazione di più anticorpi monoclonali capaci di aggredire il virus in modo definitivo. Certamente si sta aprendo un decennio che vedrà lo sviluppo di molte strategie terapeutiche avanzate, tra cui certamente la terapia genica”.

Per il video servizio: https://youtu.be/eOWWdByK188