Arriva dalla Norvegia uno stop al “foto-ritocco” selvaggio da parte degli influencer che diffondono pubblicità in cui l’immagine del loro corpo è modificata tramite software di photo-editing. Dovranno segnalare queste alterazioni attraverso un apposito “bollino”, in modo da ridurre la diffusione presso fasce d’età delicate, come quella degli adolescenti, di un’idea irrealistica di “bellezza”. La decisione del governo di Oslo vuole proteggere i più giovani, la cui auto-stima è minata da canoni estetici artificiali ed irraggiungibili. Molti giovani propongono a loro volta foto e video pesantemente ritoccati e vivono con profonda angoscia l’ansia da “commento”. Abbiamo parlato di questa “epidemia del foto-ritocco” diffusa tra i più giovani con la dottoressa Giulia Tomasi, psicologa e psicoterapeuta che si occupa di dipendenza da internet e di fenomeni di cyber-bullismo, collaborando con l’associazione Auto-Mutuo Aiuto Ama di Trento: “Gli adulti devono sorvegliare i comportamenti online dei figli, favorendone l’auto-stima e responsabilizzandoli. Il semplice controllo non è la soluzione, va promossa la supervisione accompagnata da un sentimento di fiducia. È anche necessaria la prevenzione: quando il danno all’auto-stima arriva a causare un deperimento organico siamo arrivati troppo tardi; basti pensare all’aumento di disturbi del comportamento alimentare, come anoressia e bulimia, legati ad una sovraesposizione dei giovani a queste immagini irreali di corpi e volti perfetti”, ha spiegato Tomasi. L’associazione Ama propone ai giovani utenti una chat di ascolto gratuita sulla quale si può scrivere in completo anonimato, disponibile al link https://tra-di-noi.com, esprimendo dubbi e sofferenze: «E nei casi in cui la sofferenza per la propria immagine si fa particolarmente intensa, è opportuno rivolgersi al servizio pubblico di Psicologia clinica proposto da Apss, oppure a professionisti privati specializzati nei disturbi relativi all’età dello sviluppo», suggerisce Tomasi.

Che cosa si intende per mentalizzazione del corpo?

Significa venire a patti con le proprie caratteristiche, accettandone i pregi e i difetti. È un passaggio essenziale e spesso doloroso nella costruzione dell’identità e diventa cruciale in adolescenza. Se io non ho accettato il mio aspetto fisico, tutto online mi diventa ostile. E non dimentichiamo che un adolescente che non ha imparato ad accettarsi porterà queste insicurezze nell’età adulta.

Facciamo un esempio. Metto online una mia foto e i “leoni da tastiera” iniziano a prendermi in giro dicendo che ho le orecchie a sventola. Da adulto lo sopporto, da ragazzino mi devasta. È questo che vuole dire?

Esattamente. Le prese in giro per le orecchie a sventola possono essere fastidiose quando si hanno venti o trent’anni, ma in un adolescente possono diventare un autentico trauma che la persona interiorizza. Lo sguardo di ritorno del gruppo dei pari in questa fase evolutiva diventa cruciale e di conseguenza i commenti e i giudizi altrui hanno un notevole peso. Aggiungiamo che su Internet tutto rimane e nulla si può cancellare e comprendiamo come mai quel difetto può diventare una sorta di fissazione. Ciò fa sviluppare sintomi ansiosi o addirittura depressivi nell’adolescente alle prese con il suo corpo e con le relazioni sociali.