Tra le non poche analogie che caratterizzano Covid e HIV, si sta facendo spazio una ricerca inerente all’effetto che entrambi i virus hanno sull’invecchiamento dell’individuo, inteso come condizione di fragilità rispetto all’accumulo di deficit nel corso della nostra vita. Se ne è parlato nel corso del congresso nazionale ICAR 2021, organizzato sotto l’egida della Società italiana di malattie infettive e tropicali. “L’HIV è un modello raffinato di accentuazione e accelerazione del fenomeno dell’invecchiamento – sottolinea il professor Giovanni Guaraldi, medico infettivologo dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena e associato presso la locale Università –. Nell’ultimo anno, tra gli effetti della pandemia, abbiamo osservato anche il Post Acute Covid Syndrome – PACS, spesso definito semplicemente Long Covid, anch’esso un fenomeno di invecchiamento della persona, come si evince dal riscontro empirico in molti pazienti che dopo il Covid si sentono cambiati. HIV e PACS sono uniti da questo meccanismo biologico di accelerazione del fenomeno dell’invecchiamento con progressione della fragilità. Proprio sul tema dell’invecchiamento si è delineata da alcuni anni una nuova scienza, la geroscience, secondo cui l’invecchiamento è una malattia su cui si dovrebbe intervenire con diagnosi precoci per favorire interventi mirati attraverso farmaci senolitici, che possono uccidere le cellule che invecchiano, e senomorfici, che possono modificare l’invecchiamento cellulare. Essendo HIV e Covid due malattie da invecchiamento, è interessante capire l’approccio della geroscience su queste patologie. Tuttavia, HIV può essere considerato già un modello in cui la geroscience è applicata, visto che la terapia antiretrovirale svolge di fatto una funzione senomorfica”.