Ieri 3DZ ha aperto le porte del suo headquarter di Castelfranco Veneto, nel Trevigiano, per ospitare la terza edizione del Salone del 3D. Uno show room organizzato come una fiera, dove sono state messe in mostra le più evolute stampanti del settore che creano componenti industriali e oggetti dalle linee affascinanti. Il tutto accompagnato da tavole rotonde e approfondimenti. 3DZ, che opera nel settore nella vendita dei più prestigiosi brand mondiali di stampanti e scanner 3D, è nota anche per aver stampato in 3D il David di Michelangelo in dimensioni reali, una scultura di sei metri, che rappresenta l’arte italiana all’Expo di Dubai. L’azienda, per realizzare tale opera maestosa, ha collaborato con un team tutto italiano di ricercatori, guidato dalla professoressa Grazia Tucci del dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dell’università degli Studi di Firenze, insieme alla Galleria dell’Accademia di Firenze, il ministero dei Beni culturali e turismo e il Commissariato italiano per Expo 2020 Dubai.

Momento storico

“Questo è un momento storico per la stampa 3D, la crescita di interesse sul settore è enorme – dichiara l’amministratore delegato di 3DZ, Andrea Simeoni -. La virtuosità del 3D nella prototipizzazione è nota da anni, adesso le tecnologie permettono gli utilizzi più innovativi e la produzione di pezzi finali. Senza dimenticare che ci sono interessanti agevolazioni fiscali per l’industria 4.0. Le imprese che investono nelle stampanti 3D sono quelle a maggior tasso di crescita, ne parleremo in uno speech durante la giornata del Salone del 3D per avvicinare gli addetti ai lavori alle ultime innovazioni”. Ricco il calendario degli appuntamenti, previsti una dozzina di approfondimenti sull’uso delle stampanti e degli scanner 3D. Sono intervenuti testimonial e partner, nonché i più grandi brand come 3D Systems, Markforged, Formlabs, Nexa3D e Artec3D.

Focus di questa edizione sono state le applicazioni delle tecnologie 3D con la testimonianza in prima persona di aziende che le utilizzano per la prototipazione, il reverse engineering, l’attrezzaggio, la ricambistica, il metal replacement e la produzione di parti finali.
Tra le più interessanti novità proposte, lo speech su “la stampa 3D: una risposta unica alle molteplici sfide del ciclo produttivo” nel quale si racconterà un nuovo processo produttivo: dall’engineering alla produzione di pezzi iconici con l’additive manufacturing. Alberto Gatto e Leonardo Genovese di Novation Tech hanno spiegato come la loro azienda utilizza la manifattura additiva per realizzare prototipi, attrezzature meccaniche ma anche produzione di piccole serie customizzate. Novation Tech è specializzata nella produzione di componenti in carbonio, fibra di vetro e altri materiali evoluti prevalentemente destinati al comparto automobilistico di alta gamma, con un innovativo reparto interamente dedicato alla stampa 3D. Interessante anche l’analisi sull’utilizzo dell’additive manufacturing in pezzi dalle dimensioni minime che è stata raccontata da Telit, azienda di riferimento nella tecnologia di interscambio dati e telecomunicazioni, specializzata nel wireless machine to machine. Marco Stracuzzi ha spiegato come grazie alla stampa 3D sia possibile creare le attrezzature per inserire un oggetto minuscolo come un sondino di test per microchip. I tecnici di laboratorio di Telit hanno testato la resistenza delle parti stampate in 3D alle più varie condizioni ambientali di temperature e umidità.