Nei mesi scorsi il Laboratorio di diagnostica molecolare del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata (Cibio) dell’Università di Trento insieme all’Azienda provinciale per i servizi sanitari della Provincia autonoma di Trento aveva eseguito uno studio volto a verificare l’attendibilità dei test salivari per la diagnosi molecolare di Covid-19. Lo studio sarà ora portato all’attenzione della comunità scientifica internazionale grazie a un preprint. Nell’editoria accademica, una pubblicazione preprint (prestampa) è la versione di un documento scientifico che precede la revisione formale tra pari e la pubblicazione in una rivista scientifica che prevede revisione paritaria (peer review). Si tratta di un passaggio importante perché permette di condividere l’esito del lavoro con i gruppi di ricerca attivi in varie parte del mondo sul fronte del contenimento del contagio. I risultati potranno, dunque, essere discussi, confutati, integrati.

La ricerca

La ricerca condotta in Trentino aveva coinvolto mille persone reclutate nel drive-through di Trento, le quali erano state analizzate sia mediante l’analisi del tampone nasofaringeo sia della saliva. “Questa è stata l’occasione per testare una innovativa provetta made in Trentino per facilitare e rendere più sicura la raccolta della saliva in autonomia da parte di tutti i soggetti convolti e di favorire l’analisi su larga scala della popolazione” spiega Massimo Pizzato, responsabile del Laboratorio di diagnostica molecolare dell’Università di Trento. Si sofferma poi sui risultati: “Lo studio ha evidenziato l’alta efficacia del sistema di raccolta e della procedura di analisi molecolare della saliva messa a punto dal laboratorio dell’Università di Trento, dimostrando un’ottima concordanza con i risultati ottenuti dall’analisi del tampone nasofaringeo. I dati mostrano che, rispetto al tampone, la saliva offre un’alta affidabilità e sensibilità sia nelle fasi iniziali sia in quelle sintomatiche dell’infezione”. Le analisi del tampone e della saliva vengono eseguite in laboratorio con la stessa metodica molecolare che garantisce un’altissima sensibilità. Tuttavia mentre il prelievo del tampone rimane una procedura invasiva che richiede l’intervento di un operatore sanitario, la saliva può essere raccolta facilmente da ogni persona in autonomia, senza rischi né disturbi. Ciò può dunque aprire la strada all’utilizzo di questo test per lo screening su larga scala e per il tracciamento dei contagi soprattutto in contesti come le scuole e altri ambienti dove la copertura vaccinale non può essere elevata.