Davanti alla malattia non molti sanno guardare avanti con fiducia, oltre al proprio benessere, avendo a cuore anche a quello degli altri. Di certo lo sa fare Milena Poliseno, 38 anni di Conversano (Bari), da oltre un anno affetta da glioblastoma, che ha deciso di partecipare allo sforzo collettivo per finanziare la ricerca sui tumori al cervello all’Università di Trento con una sua personale donazione per tramite della Fondazione Celeghin. La donazione è stata consegnata al direttore del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata – CIBIO, Alessandro Quattrone, nel corso di una visita alla sede del Dipartimento al Polo Ferrari di Povo. Alla consegna della donazione insieme a Milena Poliseno accompagnata da marito e figlio, ha partecipato anche Annalisa Celeghin, presidente della Fondazione Celeghin che in questi anni ha sostenuto concretamente il lavoro di ricerca dell’Università di Trento nella lotta contro i tumori al cervello.

La donazione

La donazione di Milena Poliseno (4.257 euro l’importo) si aggiunge a quanto donato nei mesi scorsi dalla Fondazione: quasi 170mila euro, in parte già assegnati, frutto della donazione di Michele Zanin di Orsago (Treviso) per ricordare la moglie Paola Rusca, scomparsa a soli 56 anni, che con energia e generosità ha regalato felicità dentro e fuori la famiglia.
La Fondazione sostiene infatti vari progetti di ricerca che vengono selezionati su base competitiva. Uno di questi è attivo all’Università di Trento. Il progetto, finanziato con 150 mila euro in due anni per coprire le spese del team di ricerca e acquistare materiali di consumo, punta a riposizionare e potenziare per la cura del glioblastoma multiforme, il tumore cerebrale più aggressivo, un farmaco già in uso come antibiotico. Lo studio è coordinato da Alessandro Quattrone, direttore del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata, Cibio, dell’Ateneo, che spiega: “L’obiettivo del nostro lavoro di ricerca, reso possibile dalla Fondazione Celeghin, è andare direttamente al cuore del problema, l’identificazione di un farmaco efficace per un tumore che resiste attualmente a tutti i trattamenti. Lo stiamo facendo seguendo una via che pensiamo originale, con molta determinazione”. Il lavoro di UniTrento sul glioblastoma multiforme ha avuto risonanza nella comunità scientifica internazionale con l’uscita a fine aprile sulla rivista Cell Reports dell’articolo “Inhibition of mitochondrial translation suppresses glioblastoma stem cell growth” (https://doi.org/10.1016/j.celrep.2021.109024). “Siamo molto contenti di poter contribuire ulteriormente a questo studio così promettente, che dà nuove speranze di cura ai malati di glioblastoma – ha commentato la presidente della Fondazione, Annalisa Celeghin. Lo siamo ancora di più perché si tratta di raccolte fondi davvero sentite e partecipate, che quindi acquisiscono un valore ancora più profondo”.
Un sentimento condiviso dalla donatrice, Milena Poliseno: “Oggi la mia speranza è la ricerca. L’augurio che faccio a me stessa e a tanti come me affetti da glioblastoma è che un giorno non molto lontano si possa finalmente guarire. Ne è passato forse fin troppo di tempo, considerando le scoperte e le innovazioni che l’essere umano riesce a creare e sviluppare. Ringrazio il professor Quattrone, la ricercatrice Denise e tutto il team per il grande lavoro che stanno facendo”.