“La pandemia ha rappresentato un momento difficile che ha riguardato tutti noi e siamo riusciti a superarlo grazie anche all’impegno di associazioni e volontari che hanno prestato il proprio impegno e il proprio tempo a favore della comunità. Oggi guardiamo con speranza alla nuova stagione turistica. La sicurezza in montagna passa attraverso una realtà importante qual è il soccorso alpino e speleologico trentino, che rappresenta un’eccellenza italiana”. Lo ha detto il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, incontrando Walter Cainelli, presidente del soccorso alpino e speleologico del Trentino, per discutere dell’operatività del corpo provinciale e delle prospettive a breve e medio periodo. Tra i temi trattati l’aggiornamento del parco mezzi e, soprattutto, la presenza crescente dei giovani. Nel 2020, il soccorso alpino e speleologico del Trentino ha effettuato  più di 1.200 interventi in ambiente montano o impervio per prestare soccorso a 1.283 persone; 166 operazioni di protezione civile4 interventi per calamità naturalie5 di supporto veterinario. Il numero di interventi in ambiente montano nel 2020 è aumentato di 73 unità rispetto al 2019, anno in cui gli interventi sono stati 1.148. Nella classifica degli interventi al primo posto c’è l’escursionismo con 690 persone soccorse, seguita dalla mountain bike con 138 persone. A seguire azioni di soccorso per alpinismo, ferrate e ricerca funghi. Nove invece gli interventi in valanga e 2 per motivi speleologici. Le operazioni di ricerca di persone disperse sono state 78 mentre il numero delle false chiamate 23.