Mezorhizobium comanense. E’ il microrganismo scoperto e descritto per la prima volta dai ricercatori dell’Università di Trento che, analizzando le acque termali di Comano, hanno anche identificato le proprietà anti-infiammatorie del complesso cellulare. Da qui l’idea di sfruttarne le potenzialità nel trattamento delle malattie della pelle, in primis psoriasi e dermatite. “Analizzando l’acqua termale di Comano abbiamo trovato centinaia di microrganismi, la maggior parte dei quali sconosciuti alla scienza – spiega Olivier Jousson, capo progetto del dipartimento di biologia cellulare di UniTrento -. In particolare il Mezorhizobium che ora è oggetto di domanda di brevetto per inserirlo quale elemento primario nella linea cosmetica terme di Comano skincare. Si tratta di una vera e propria firma che questi microrganismi pongono all’acqua termale, rendendola riconoscibile e stabile a prescindere dalla stagionalità e dal tempo. Una caratteristica che abbiamo riscontrato anche in uno studio in corso su altre acque termali trentine”. “Il settore ricerca e sviluppo è da sempre ritenuto prioritario e fondamentale dalle terme di Comano – dice Elena Andreolli, consigliere delegato dell’azienda di proprietà dei comuni di Bleggio Superiore, Comano Terme, Fiavè, Dorsino San Lorenzo e Stenico -. Nell’ultimo quinquennio l’azienda ha investito in ricerca circa 730 mila: un elemento strategico per la validazione medico-scientifica di quello che proponiamo al cliente. E’ grazie alla ricerca che le terme di Comano hanno potuto costituire un prestigioso posizionamento nel panorama termale nazionale e internazionale. Con il brevetto ci poniamo come pionieri dell’innovazione nell’ambito termale e cosmetico a livello mondiale, raggiungendo risultati che neanche i nostri concorrenti multinazionali hanno ottenuto”.