Masimo ha annunciato i risultati di uno studio pubblicato sul Journal of Critical Care nel quale il dottor Tae Youn Kim e colleghi presso le facoltà di Medicina della Dongguk University e della Yonsei University in Corea hanno valutato la capacità dei due parametri forniti dal monitoraggio della funzione cerebrale SedLine per predire gli esiti a lungo termine nei pazienti in terapia intensiva post arresto cardiaco. I ricercatori hanno scoperto che la combinazione dei due parametri, l’indice di stato del paziente (Patient State Index, PSi) e il rapporto di soppressione (Suppression Ratio, SR) avevano un’“elevata predittività” della mortalità 180 giorni dopo l’arresto cardiaco. Evidenziando l’importanza di una “previsione accurata” nei pazienti post arresto cardiaco per determinare i piani di trattamento e “se continuare o revocare la cura intensiva”, e che un approccio “multimodale” viene raccomandato perché “è stato dimostrato che nessun singolo fattore prognostico ha un’accuratezza prognostica più elevata di quella di altri fattori”, i ricercatori hanno cercato di valutare l’accuratezza prognostica dei due parametri di Masimo SedLine come indicatori degli esiti neurologici, da soli e in combinazione.