Le proteine plasmatiche sono la materia prima con cui produrre farmaci plasmaderivati, veri e propri salvavita per malati rari, cronici e immunodepressi. “Tuttavia, nel mondo il 65% del plasma raccolto proviene dagli Stati Uniti. Anche il 35% del plasma utilizzato in Europa arriva dagli Usa”. E’ quanto afferma Danilo Medica, presidente del Gruppo Emoderivati di Farmindustria, in occasione della Giornata mondiale del donatore di sangue 2021, a cui Farmindustria aderisce con una campagna di comunicazione lanciata sui propri social. “Nel nostro Paese – spiega Medica – attraverso il Programma nazionale di autosufficienza, le Regioni raccolgono circa 870 tonnellate di plasma che consentono di soddisfare la domanda per alcuni farmaci derivati anche al 70-75%, ma per altri, come le immunoglobuline anti-epatite e anti-tetano per esempio, siamo totalmente dipendenti dagli Stati Uniti perché questo tipo di plasma oggi non viene ancora raccolto in Italia”. Sul calo della raccolta di plasma in nel nostro Paese nel 2020, a causa della pandemia da Covid, Medica non ha dubbi: “In Italia si è registrata una flessione di circa il 2%” e “non c’è alcun allarme, sebbene le aziende del settore si stiano preparando ad affrontare situazioni di carenza. Ben peggiore, invece, la situazione negli Stati Uniti dove nel maggio 2020 la raccolta di plasma è crollata del 40%, poi su base annua si è attestata a -20%. E la cosa che più che preoccupa è che anche i primi mesi 2021 hanno evidenziato la stessa dinamica. Gli analisti, però, concordano che probabilmente si riuscirà a tornare a un aumento dei volumi entro fine 2021. Però dalla donazione del plasma al farmaco pronto passano in media 8-12 mesi, e nel frattempo la domanda a livello mondiale continua a crescere”.