Una nuova tecnologia è ora a disposizione dei pazienti cardiopatici dell’ospedale G.B. Grassi di Ostia. Si tratta di un piccolo dispositivo che, inserito all’interno del cuore, lo sostiene durante angioplastiche con impianto di stent molto complesse e a rischio di arresto cardiaco intraprocedurale: si chiama Impella ed è una piccola turbina che viene inserita nel ventricolo sinistro ed è capace di aiutare il cuore nel pompare il sangue verso l’aorta, sostituendolo in caso di brevi periodi di arresto cardiaco, che possono verificarsi durante procedure complesse, utilizzate per riaprire le coronarie occluse a seguito di un infarto del miocardio (angioplastiche). Alla fine dell’intervento la turbina può essere rimossa o lasciata all’interno del cuore per alcuni giorni, con lo scopo di fornire un supporto al muscolo cardiaco nell’eiezione del sangue verso gli organi, riducendone il lavoro e favorendo la ripresa della sua normale funzione. L’Impella, inserito attraverso un’arteria delle gambe, viene fatto navigare nell’aorta fino all’interno delle camere cardiache e poi avviato prima di un’angioplastica mentre il paziente rimane cosciente.

L’intervento

L’uomo di 66 anni, sottoposto al delicato intervento, era stato ricoverato in condizioni gravissime e presentava, alla coronarografia, due arterie del cuore coronarie già occluse da tempo, mentre la terza ed ultima arteria era interessata da un grave restringimento con una funzione cardiaca severamente compromessa, proprio perché le coronarie sono i “tubi” che alimentano il cuore. Per riaprire quest’unica arteria rimasta a disposizione del muscolo cardiaco e permettere di guadagnare tempo prezioso (per avviare il paziente ad un successivo programma di trapianto cardiaco) è stato necessario effettuare una delicata angioplastica gonfiando un palloncino e rilasciando uno stent all’interno della coronaria, occludendola per alcuni secondi, interrompendo così l’unico ed ultimo rifornimento di sangue per il cuore. Durante questo seppur breve periodo di tempo, proprio perché il cuore non riceve sangue, il paziente può andare incontro ad arresto cardiaco; grazie all’azione della turbina, l’Impella si sostituisce temporaneamente al cuore, permettendogli di aspirare il sangue dal ventricolo sinistro e di pomparlo verso gli organi, evitando un arresto cardiaco che potrebbe ovviamente rivelarsi fatale.

Il professor Fabrizio Ammirati.

La tecnologia

“L’intervento è andato a buon fine – ha concluso il professor Fabrizio Ammirati, – e, il paziente, dopo essere stato sottoposto anche all’impianto di un defibrillatore cardiaco, è stato dimesso ed avviato ad un programma per un successivo trapianto cardiaco. La disponibilità di questo dispositivo, rappresenta un avanzamento tecnologico utile per eseguire con maggiore probabilità di successo gli interventi di angioplastica più complessi e spesso, come nel nostro caso, permette al paziente di guadagnare del tempo prezioso per poter successivamente affrontare con maggior sicurezza interventi di cardiochirurgia, come ad esempio il trapianto cardiaco. Avere a disposizione una tale tecnologica, soprattutto in ospedali come il nostro in cui non è presente una cardiochirurgia, permette di offrire a tutti i pazienti affetti da gravi patologie cardiache, lo stesso trattamento ottimale che riceverebbero in strutture Ospedaliere che invece dispongono di un’equipe e di una sala di cardiochirurgia”. “L’Asl Roma 3 è orientata ad un sempre maggiore utilizzo di strumenti di innovazione tecnologica che uniti alla grande competenza dei nostri professionisti, garantiscono ai pazienti le migliori cure e un’assistenza all’avanguardia”, ha commentato con soddisfazione il Direttore generale Marta Branca.