Janssen di Johnson & Johnson hanno annunciato nuovi dati raccolti dalla coorte con durata fissa della sperimentazione di fase 2 CAPTIVATE (PCYC-1142), indicanti che a due anni il 95% dei pazienti trattati per un periodo prefissato con l’associazione di Imbruvica (ibrutinib) e venetoclax erano in vita e liberi da progressione. È stata osservata remissione profonda in tutti i sottogruppi, compresi pazienti con leucemia linfatica cronica (LLC) ad alto rischio. Saranno presentati inoltre i dati a lungo termine dello studio RESONATE-2, che rappresentano ad oggi il più lungo follow-up di fase 3 di un inibitore della BTK (tirosina chinasi di Bruton). Tali dati sottolineano i benefici in termini di sopravvivenza a lungo termine e il profilo di sicurezza ormai consolidato di ibrutinib quale monoterapia per pazienti con leucemia linfatica cronica, una tipologia di linfoma non-Hodgkin, la forma di leucemia più comune negli adulti. Entrambe le sperimentazioni saranno presentate durante il convegno annuale 2021 dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) dal 4 all’8 giugno, e quindi al 26o congresso della European Hematology Association (EHA) dal 9 al 17 giugno. “Ibrutinib è stato il primo inibitore di BTK autorizzato in Europa ed è stato impiegato per il trattamento di oltre 230.000 pazienti nel mondo. Oggi è anche il primo inibitore di BTK in studio quale opzione terapeutica in associazione a durata fissa – ha commentato Edmond Chan, EMEA Therapeutic Area Lead Haematology presso Janssen-Cilag -. Gli ultimi dati, che saranno presentati all’ASCO, confermano il potenziale di ibrutinib quale opzione terapeutica di base per l’intero panorama della leucemia linfatica cronica, andando ad ampliare il ventaglio di evidenze che ne dimostrano l’efficacia e sicurezza”.