Occorrono schemi vaccinali nuovi e precisi, tanto nell’età pediatrica quanto nell’età adulta. Gli approcci devono essere multidisciplinari e i percorsi individualizzati, con un ruolo definito per i centri vaccinali e i medici di famiglia. Inoltre, i vaccini non devono mai essere intesi come una spesa, in quanto rappresentano un guadagno in termini di salute pubblica, oltre alla riduzione dei costi per le ospedalizzazioni e dell’uso, talora abuso, di antibiotici. Serve una chiamata attiva alla vaccinazione di comune accordo con il piano regionale. “Il piano nazionale di prevenzione vaccinale stabilisce criteri uniformi ed un’offerta comune sul territorio nazionale – ha evidenziato la professoressa Laura Sticchi dell’Università di Genova nel corso del convegno istituzionale Vaccinazione dell’adulto: le innovazioni oltre al Covid-19 e le raccomandazioni SIMIT, organizzato da Aristea, con il contributo non condizionante di GSK – e le raccomandazioni del Ministero si devono tradurre in offerta contestualizzata nelle varie realtà. Sono utili in questo senso canali di comunicazione tra gli specialisti che hanno in cura il paziente e gli operatori dei servizi vaccinali. Questo non solo per sensibilizzare il paziente alla vaccinazione ma, in quanto si tratta di uno strumento sempre più disegnato su misura, anche per indicare per ciascun paziente il percorso vaccinale più adatto. Il nostro documento ribadisce pertanto le raccomandazioni alle vaccinazioni, attraverso la collaborazione di più discipline”.
Per il video intervento: https://youtu.be/HJsTrm9Qums