Nel 2020 il settore food & beverage ha limitato i danni causati dalla pandemia. A livello nazionale la perdita del valore è stata contenuta (-1,8%), mentre le esportazioni agroalimentari hanno segnato un nuovo record con una crescita dell’1,8%. A riportarlo è The European House – Ambrosetti che il prossimo 4 e 5 giugno organizzerà la quinta edizione del Forum dedicato al food & beverage che si candida a diventare punto di riferimento per un comparto strategico per la ripresa del Paese. Location della due giorni di evento, Bormio, uno dei simboli della Valtellina, territorio che si scopre essere un modello per l’agroalimentare.
Covid ed economia
Il Covid morde l’economia, ma il food & beverage resiste. I numeri lo confermano: l’industria agroalimentare ha saputo reggere l’urto violento della pandemia dentro i confini nazionali, mentre è addirittura cresciuta sul fronte export. A riportarlo sono i primi dati contenuti nel Rapporto The European House – Ambrosetti sugli scenari e le sfide per il settore agroalimentare che saranno i temi portanti della quinta edizione del Forum La Roadmap del futuro per il food & beverage: quali evoluzioni e quali sfide per i prossimi anni, che si terrà a Bormio il prossimo 4 e 5 giugno.
I numeri
L’industria agroalimentare si è quindi confermata, anche in tempo di crisi, un pilastro della nostra economia: lo scorso anno – rilevano le analisi The European House – Ambrosetti – ha generato un valore aggiunto pari a 64,1 miliardi di euro, di cui 31,2 mld generati dal settore F&B, in leggero calo dell’1,8% rispetto al 2019, e 32,9 mld provenienti dal comparto agricolo. Un andamento che ha accusato gli effetti della pandemia, ma segnando pur sempre una performance generale migliore rispetto al dato di contrazione avvertito sul Pil nazionale (- 8,9%). “L’Italia è il 2° Paese in Europa per incidenza del settore agroalimentare sul PIL (3,8%), preceduto solo dalla Spagna (4,0%) e più alta di quella che si registra in Francia (3,0%) e Germania (2,1%) – afferma Valerio De Molli, Managing partner e Ceo di The European House – Ambrosetti -. Con 64,1 miliardi di Euro di Valore Aggiunto generato nel 2020, il settore agroalimentare si conferma al 1° posto tra le “4A” del Made in Italy, 1,9 volte l’automazione, 2,8 volte l’arredamento e 3,2 volte l’abbigliamento. Il valore aggiunto generato dal settore agroalimentare italiano vale 3 volte il settore automotive di Francia e Spagna e più del doppio della somma dell’aerospazio di Francia, Germania e Regno Unito. Non solo. Il settore food & beverage si è dimostrato il più resiliente alla crisi Covid-19 tra tutti i settori della manifattura italiana, con una riduzione del valore aggiunto pari a -1,8% nel 2020, rispetto al -8,9% del totale dell’economia italiana”.