Che rapporto c’è tra la sopravvivenza del Covid e l’indice di bagnabilità di una superficie da parte di una goccia di saliva? La risposta arriva dalla matematica che, analizzando le condizioni ambientali alla base della storia chimico fisica della saliva e del relativo processo evaporativo, predice la resistenza del virus sui materiali di uso quotidiano. Risultato: i ceppi di Sars-CoV-2 hanno vita breve sul vetro, più lunga su alcune plastiche. A queste conclusioni sono arrivati i ricercatori Nicolò Di Novo e Nicola Pugno dell’Università di Trento che hanno approfondito le sfide della scienza dei materiali per sviluppare soluzioni anti-Covid.
Covid e umidità
“Gli esperimenti virologici hanno evidenziato che le condizioni climatiche, temperatura e umidità dell’aria, e le proprietà superficiali dei materiali influenzano la persistenza e il potenziale di contagiosità dei virus contenuti nelle gocce salivari” spiegano Nicolò Di Novo e Nicola Pugno. “In particolare – sottolineano ancora i ricercatori – la sopravvivenza di alcuni virus ha un andamento detto a forma di U rispetto all’umidità relativa, con un picco di mortalità a umidità intermedie, mentre cresce all’aumentare della temperatura. Essendo la saliva un liquido complesso, in cui sono presenti diverse sostanze non volatili come sali, biomolecole e proteine, il processo di evaporazione dell’acqua di cui la goccia è composta modifica la concentrazione di queste sostanze e il livello di acidità del microambiente del virus, pregiudicandone l’attività o prolungandone la vitalità”. Dal lavoro scientifico emerge per la prima volta una descrizione chiara del meccanismo che porta a una maggiore mortalità dei virus a umidità intermedie, la predizione del tempo di sopravvivenza di alcuni virus assimilabili ai Coronavirus e vengono inoltre fornite alcune formule matematiche che consentono di legare la sopravvivenza del Sars-Co-2 nelle goccioline di saliva che si depositano sulle superfici con la bagnabilità delle stesse tramite un parametro che caratterizza i diversi materiali, chiamato angolo di contatto.