La pandemia ha riportato al centro dell’attenzione uno strumento determinante e strategico per la tutela della salute pubblica globale: i vaccini. Da una parte, quindi, la campagna vaccinale contro il Covid-19 prosegue secondo i ritmi dettati dall’agenda di governo; dall’altra, istituzioni e mondo scientifico guardano oltre, con particolare riferimento alla vaccinazione nel paziente adulto fragile e immunodepresso.

Specialisti e istituzioni insieme per le vaccinazioni

L’assenza di indicazioni specifiche in merito alle vaccinazioni nel paziente adulto fragile e immunodepresso ha indotto la Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT a promuovere la stesura di un documento scientifico di consensus che possa fungere da guida a questo proposito. La consensus è stata presentata venerdì 23 aprile dalle 11 alle 13.30 nel webinar “Vaccinazione dell’adulto: le innovazioni oltre al Covid-19 e le raccomandazioni SIMIT”, organizzato da Aristea, con il contributo non condizionante di GSK. Dopo i saluti del Sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, moderati dal giornalista scientifico Daniel Della Seta, sono intervenuti Giovanni Rezza, Direttore prevenzione ministero della Salute; Massimo Galli, Direttore MalattieiInfettive 3 Ospedale Sacco e Past President SIMIT; Paola Stefanelli, Direttore Reparto Malattie prevenibili vaccinazioni laboratori di riferimento, dipartimento malattie infettive ISS; Roberto Ieraci, Referente scientifico vaccinazioni ASL Rm1 Gruppo strategie vaccinali Regione Lazio; la senatrice Maria Domenica Castellone, XII Commissione Parlamentare Sanità Senato; l’onorevole Elena Carnevali, Capogruppo PD XII Commissione Affari Sociali Camera; Marcello Tavio, Presidente SIMIT, Direttore Malattie infettive Ospedali Riuniti di Ancona; Massimo Andreoni, Direttore scientifico SIMIT, Direttore UOC Malattie infettive Tor Vergata di Roma; Andrea Gori, Direttore UOC Malattie infettive, Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico di Milano; Silvia Nozza, Ospedale San Raffaele di Milano; Loredana Sarmati, UOC Malattie Infettive Tor Vergata di Roma; Laura Sticchi, Dipartimento Scienze della Salute dell’Università di Genova-Policlinico San Martino.

Le novità rispetto al piano nazionale

Il documento di consensus è finalizzato a creare un calendario per le vaccinazioni del paziente adulto con particolare riguardo a coloro che sono affetti da fragilità derivanti da patologie croniche, come quelle cardiovascolari e respiratorie, il diabete, l’insufficienza renale: anche i vaccini diventano così una sorta di strumento per una medicina di precisione. “Abbiamo voluto definire un calendario legato alla fragilità e all’immunodepressione, molto diffusa e variegata – sottolinea Marcello Tavio –. Rispetto al Piano vaccini nazionale, regolarmente aggiornato dal Ministero, ci siamo soffermati maggiormente sul soggetto adulto, per il quale abbiamo declinato diverse fragilità e rapportato a ciascuna di queste le vaccinazioni maggiormente indicate sulla base della comorbosità presente. Questo progetto di consensus sulla vaccinazione è promosso dalla SIMIT ma vuole coinvolgere tutti gli stakeholder interessati, dagli specialisti igienisti al ministero della Salute, fino all’Istituto Superiore di Sanità e ai medici di medicina generale”.

Il presidente SIMIT, Marcello Tavio.

“Il Piano Nazionale di prevenzione vaccinale stabilisce criteri uniformi ed un’offerta comune sul territorio nazionale – evidenzia la professoressa Sticchi – e le raccomandazioni del Ministero si devono tradurre in offerta contestualizzata nelle varie realtà. Sono utili in questo senso canali di comunicazione tra gli specialisti che hanno in cura il paziente e gli operatori dei servizi vaccinali. Questo non solo per sensibilizzare il paziente alla vaccinazione ma, in quanto si tratta di uno strumento sempre più disegnato su misura, anche per indicare per ciascun paziente il percorso vaccinale più adatto. Il nostro documento ribadisce pertanto le raccomandazioni alle vaccinazioni, attraverso la collaborazione di più discipline”.

Laura Sticchi dell’Università di Genova.

La nuova vaccinazione per l’Herpes Zoster

La presentazione del documento è stata anche l’occasione per accogliere il nuovo vaccino per l’Herpes Zoster, frutto di tanti anni di ricerca e già utilizzato negli Stati Uniti con oltre 38 milioni di dosi somministrate: la patologia consiste nella riattivazione del virus della varicella ed è molto frequente, in quanto colpisce più dell’80% della popolazione, rivelandosi anche un problema di sanità pubblica. “L’Herpes Zoster rappresentava, soprattutto nei pazienti immunocompromessi, un unmeet medical needs, ossia un’esigenza assoluta – evidenzia il professor Andreoni -. Il vaccino disponibile fino ad oggi era a virus vivo attenuato, non utilizzabile nei pazienti immunodepressi. Il nuovo vaccino a sub unità è un passo avanti importantissimo, visto che lo zoster è una patologia assai frequente nella popolazione adulta e con gravi complicanze, tanto che tra i postumi ha anche una nevralgia che può durare mesi o anni. Avere un vaccino sicuro che permetta di garantire una protezione dalla riattivazione dal virus varicella zoster rappresenta un’importante novità, che ha incentivato SIMIT a dar vita a questa consensus”.