Possedere una carta di credito comporta costi differenti che possono subire variazioni di diverso tipo in base al singolo istituto di credito: dal confronto sull’evoluzione dei costi da sostenere effettuato da SOStariffe.it emergono alcuni cambiamenti significativi rispetto al 2020. Se il canone, l’attivazione e il prelievo massimo si sono ridotti, i prezzi sono invece in aumento per alcune tipologie di prelievi e commissioni. Allo stesso modo dei conti correnti, anche le carte di credito sono soggette, di anno in anno, a modifiche delle condizioni contrattuali che, in alcuni casi, rendono difficile riuscire a comprendere veramente quali siano le spese effettive da sostenere. Al fine di esaminare l’evoluzione dei costi medi delle carte di credito diffuse in Italia, SOStariffe.it ha messo a confronto tra loro i principali elementi che contraddistinguono questa tipologia di carta di pagamento elettronico. L’osservatorio si è basato sulle condizioni contrattuali delle principali carte commercializzate a gennaio 2021. I dati raccolti sono poi stati rapporti con quelli relativi all’anno precedente.
La riduzione del canone mensile e dell’attivazione
Lo studio di SOStariffe.it è partito dalla comparazione di quelli che sono i costi di gestione standard che tutti i possessori di una carta di credito sono tenuti a sostenere. I primi due parametri analizzati sono stati il canone mensile e il costo di attivazione. Il primo ha subito una riduzione dell’1,11% rispetto allo scorso anno, passando da una media di 6,30 euro a una di 6,23 euro. In merito all’attivazione, invece, la differenza riscontrata è ancor di più significativa: il costo si è ridotto a 2 euro dai 2,57 euro iniziali, con una diminuzione del 22,8%.
Aumenta il costo dei prelievi: unica eccezione quelli in zona extra Ue
La comparazione di SOStariffe.it ha preso successivamente in esame le varie forme di prelievo che possono caratterizzare l’utilizzo di una carta di credito. Nello specifico, si tratta del prelievo presso l’ATM della stessa banca, di quello presso l’ATM di un altro istituto di credito, del prelievo all’estero in zona Ue o non Ue e dei prelievi gratuiti che sono inclusi ogni mese. L’unico caso nel quale si assiste a una riduzione dei costi è quello relativo al prelievo all’estero, in zona extra Ue: l’abbassamento è pari al 44,90%, con una variazione del costo che va da 5,10 euro a 2,81 euro. Nelle altre tipologie di prelievo, il confronto tra il 2020 e il 2021 fa emergere una maggiorazione dei costi. Nello specifico, se lo scorso anno si dovevano spendere in media 3,31 euro per un prelievo presso la stessa banca, quest’anno ne servono 3,74, con un prezzo in salita del 12,99%. I prelievi presso l’ATM di un’altra banca e quelli all’estero in zona Ue sono aumentati rispettivamente 5,65% e del 2,47%. La variazione nei costi ha portato nel primo caso a dover pagare una quota di 3,74 euro, contro i 3,54 dello scorso anno, mentre per i prelievi all’estero in zona Ue nel 2021 si pagheranno sempre 3,74 euro, mentre nel 2020 il costo era pari a 3,65 euro. Il cambiamento di maggior impatto a livello percentuale è quello riguardante i prelievi gratuiti, che fino al 2020 erano pari a 90, mentre quest’anno ammontano soltanto a 23: la differenza è pari al 74,44%.