Il gruppo Celltrion ha annunciato che CT-P59, un trattamento candidato anti Covid-19 a base di anticorpi monoclonali, ha confermato le capacità di neutralizzazione delle mutazioni emergenti del virus. L’azienda ha reso noto anche di aver avviato lo sviluppo di un trattamento combinato a base di anticorpi neutralizzanti con CT-P59. L’Agenzia coreana per il controllo e la prevenzione delle malattie (KDCA) ha valutato e confermato su base indipendente che CT-P59 neutralizza con successo le varianti di SARS-CoV-2 identificate per la prima volta nel Regno Unito (B.1.1.7), oltre alle sei mutazioni genomiche delle varianti di SARS-CoV-2 (varianti S·L·V·G·GH·GR). L’Agenzia, inoltre, ha aggiunto che la terapia combinata con CT-P59 più un altro candidato anticorpo monoclonale ha dimostrato capacità di neutralizzazione contro le varianti inglesi (B.1.1.7) e sudafricana (B.1.351).
Le varianti
In base a dati aggiornati al 19 gennaio 2021, secondo i media e le fonti ufficiali, sono stati identificati in 60 Paesi circa 2.000 casi della variante VOC 202012/01 (variante di preoccupazione, anno 2020, mese 12, variante 01, precedentemente designata come VUI, variante in corso di studio). Nell’area UE/SEE sono stati identificati approssimativamente 1.300 casi in 23 Paesi; al di fuori dell’area UE/SEE sono stati identificati circa 700 casi in 37 Paesi.
Gli anticorpi monoclonali
Per ottenere potenti anticorpi neutralizzanti contro le nuove varianti emergenti, e per ridurre al minimo la tempistica necessaria per il lancio di trattamenti combinati con CT-P59, Celltrion aveva preventivamente acquisito in totale 38 potenti anticorpi neutralizzanti contro il SARS-CoV-2, con il candidato anticorpo N. 32 che ha prodotto titoli neutralizzanti contro i nuovi ceppi emergenti nel Regno Unito e in Sudafrica. Basandosi su un portafoglio di anticorpi già predisposto, e supportata dalla potenza confermata su numerose mutazioni, Celltrion ha avviato lo sviluppo di un trattamento combinato di anticorpi neutralizzanti con CT-P59 contro le nuove varianti emergenti di SARS-CoV-2.
Gli effetti di CT-P59
Alla data attuale, CT-P59 ha dimostrato di ridurre significativamente il rischio di ospedalizzazione e ossigenazione correlate a Covid-19 fino al giorno 28, oltre a presentare ridotti tassi di progressione verso forme gravi di Covid-19 nel 54% dei pazienti con sintomi da lievi a moderati e nel 68% dei pazienti con sintomi moderati, di almeno 50 anni, con una contrazione significativa, da 3,4 a 6,4 giorni, dei tempi di recupero clinico rispetto al placebo. È attualmente in corso la fase di reclutamento in uno studio clinico globale di fase III, con previsione di arruolamento di 1.172 pazienti con sintomi da lievi a moderati di Covid-19 presso oltre 10 siti internazionali, per la valutazione dell’efficacia e sicurezza di CT-P59. Il professor Adrian Streinu-Cercel, PhD, Professore di Malattie infettive presso l’Università di Medicina e Farmacologia Carol Davila University di Bucarest, in Romania, nonché ricercatore principale globale dello studio, ha commentato: “CT-P59 ha dimostrato la capacità di ridurre i tempi di recupero clinico e il tasso di progressione verso forme gravi di Covid-19. Nel corso dello studio clinico, uno dei miei pazienti Covid-19, di 85 anni e con una patologia preesistente, è guarito dal virus entro 48 ore dal trattamento con CT-P59. Il trattamento candidato a base di anticorpi risulterebbe particolarmente utile entro 3-5 giorni dal test di positività al virus, un notevole aiuto per alleviare l’attuale onere su risorse e sistemi sanitari”.