La NASH si candida ad essere la malattia più diffusa al mondo. Tant’è che nessun continente ne è immune. “Tre miliardi di persone soffrono d questo tipo di dismetabolismo – spiega Carlo Filice, professore di malattie infettive all’Università di Pavia -. L’Organizzazione mondiale della sanità ha già individuato la NASH come una delle patologie più importanti da affrontare a causa delle difficoltà di diagnosi e per le conseguenze che può avere”.

Diagnosi tardive

Attualmente la diagnosi è spesso tardiva e anche da un punto di vista terapeutico non esistono farmaci dotati di sicura e comprovata efficacia. Nella maggioranza dei casi, infatti, il paziente affetto da NASH apparentemente sta bene. Per la diagnosi servono una biopsia o una risonanza magnetica. Tuttavia, i soggetti a rischio non si sottopongono a trattamenti invasivi e la maggior parte dei casi di NASH resta sommersa. ” Abbiamo appena realizzato due prototipi – aggiunge il professor Filice – per cui con una normale ecografia si riesce a individuare con esattezza il grado di infiltrazione grassa del fegato. Se questa possibilità si concretizzasse sarebbe una svolta nella diagnosi della patologia”.

Le cause

Le cause sono diverse e difficilmente identificabili. La NASH può sorgere per complicanze di malattie infettive, negli ex epatitici o nei soggetti affetti da HIV, per il diabete – quindi con cause endocrinologiche -, per l’abuso di farmixi e per la relative interazioni tra loro (in Italia più del 60% di chi ha oltre 60 anni prende più di 5 farmaci), oppure può derivare da una dieta errata o dallo stile di vita.