“Il Congresso ICAR di quest’anno è la dimostrazione di come il mondo infettivologico sia dotato di grande resilienza – evidenzia la professoressa Cristina Mussini, Ordinario di Malattie Infettive presso l’Università di Modena e Reggio Emilia –. Nonostante lo tsunami legato al Covid, siamo qua a parlare di temi altrettanto rilevanti come l’infezione da HIV. Siamo riusciti a fare un convegno che ha portato come sempre il paziente al centro: verrà posta l’attenzione su tutto il percorso che riguarda l’infezione da Hiv. Ci soffermeremo sull’importanza della PrEP, che finalmente si sta implementando anche in Italia, sebbene ancora non venga rimborsata dallo Stato. Porremo l’accento sulla gravità delle diagnosi tardive. Torneremo ad analizzare la grande novità del 2019, U=U, Undetectable=Untransmittable, Non rilevabile=Non trasmissibile, l’acronimo che sintetizza l’importante evidenza scientifica secondo cui l’HIV non viene trasmesso all’interno di coppie in cui un partner è HIV positivo e uno HIV negativo se la viremia del partner HIV positivo non è più determinabile nel sangue, grazie alla corretta assunzione di un’efficace terapia antiretrovirale”. “Il Congresso ICAR 2020 ha avuto una valenza particolare – sottolinea il professor Massimo Clementi, Ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano –. Si è tenuto in parallelo ad una pandemia virale che ha impegnato tutti i sistemi sanitari del mondo e ha avuto effetti devastanti sulla economia, sul diritto all’istruzione e sulla psicologia delle persone. Ma proprio dai temi dell’ICAR 2020 può venire lo spunto che porta alla soluzione. La fiducia nella scienza è l’unica arma, infatti, che l’uomo ha per vincere sfide grandiose. Le sfide poste dall’infezione da HIV, dall’infezione da HBV e da HCV sono state solo le ultime battaglie. Non c’è alcun dubbio che vinceremo anche quella contro SARS CoV-2. La dimostrazione indiretta verrà dai temi che il Congresso affronterà specie quelli collegati al trattamento farmacologico e al controllo dell’infezione nei soggetti in terapia e dai risultati raggiunti”.

Cristina Mussini, Ordinario di Malattie Infettive presso l’Università di Modena e Reggio Emilia.

I dati Hiv e Aids in Italia

Nel 2018 la maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l’80,2% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 41,2%; Maschi che fanno sesso con Maschi 39%). Inoltre, il 29,7% delle persone diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera. Nel 2018, più della metà delle persone con una nuova diagnosi di HIV è stata diagnosticata in fase avanzata di malattia, nello specifico il 57,1%. Nel 2018 sono stati diagnosticati 661 nuovi casi di AIDS pari a un’incidenza di 1,1 nuovi casi per 100mila residenti. L’incidenza di AIDS è in lieve costante diminuzione. Nel 2018, solo il 25% delle persone diagnosticate con AIDS ha eseguito una terapia antiretrovirale prima della diagnosi. Nel tempo è aumentata la proporzione delle persone con nuova diagnosi di AIDS che ignorava la propria sieropositività e ha scoperto di essere HIV positiva nel semestre precedente la diagnosi di AIDS, passando dal 48,2% nel 2000 al 74,6% nel 2018. Secondo i più recenti dati del Centro operativo AIDS (COA) dell’Istituto superiore di sanità, nel 2018, sono state riportate, entro il 31 maggio 2019, 2.847 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a 4,7 nuovi casi per 100mila residenti: un calo rispetto all’anno precedente, quando le nuove diagnosi registrate erano state 3.443, pari al 5,7 nuovi casi ogni 100mila residenti, con un andamento pressoché stabile dal 2015. Tra le Regioni con un numero di abitanti superiore al milione e mezzo, le incidenze più alte sono state registrate in Lazio, Toscana e Liguria. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2018 sono maschi nel 85,6% dei casi. L’età mediana è di 39 anni per i maschi e 38 anni per le femmine. L’incidenza più alta è stata osservata nelle fasce d’età 25-29 anni (11,8 nuovi casi ogni 100.000 residenti) e 30-39 (10,9 nuovi casi ogni 100mila residenti).