È partita, a Roma, un’importante campagna di prevenzione: presso un ambulatorio mobile, collocato a Piazza del Popolo, attraverso 2 test capillari,è possibile effettuare lo screening congiunto per Covid-19 ed Epatite C. L’esame diagnostico gratuito, patrocinato dal Comune di Roma, è iniziato questa mattina alle 9.30 e proseguirà fino alle 18.  Successivamente l’ambulatorio mobile farà tappa in Lombardia ed in Campania. Questo roadshow itinerante, realizzato nell’ambito delle iniziative per la Giornata Mondiale contro le Epatiti proclamata dall’OMS per il 28 luglio, è stato promosso dall’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato – AISF e dalla Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT, con il patrocinio dell’Associazione Pazienti EpaC Onlus, ed è stato organizzato dalla società di consulenza manageriale in ambito healthcare MA Provider, con il contributo non condizionato dell’azienda farmaceutica multinazionale Abbvie. Responsabili scientifici dell’iniziativa sono il Professor Massimo Andreoni, Direttore scientifico della SIMIT e Professore di Malattie Infettive della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Roma Tor Vergata, e il Professor Salvatore Petta, Segretario AISF e Professore di Gastroenterologia all’Università di Palermo. 

Le origini del progetto

La proposta di un doppio test affonda le radici nelle attività sviluppate già da diversi anni dalle Società scientifiche AISF e SIMIT e dall’Associazione pazienti EpaC onlus, riunite sotto la sigla di ACE – Alleanza contro le Epatiti e ha preso vigore nelle ultime settimane. Diversi studi, infatti, hanno rilevato una riduzione di oltre il 90% dei trattamenti durante il lockdown. L’opportunità di un test congiunto è stata esplicitamente indicata anche nel documento conclusivo dell“Indagine conoscitiva in materia di politiche di prevenzione ed eliminazione dell’epatite C”, approvato all’unanimità in XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, lo scorso 11 giugno: può infatti costituire un primo step per ampliare gli screening per far emergere il “sommerso” secondo l’obiettivo prefissato dall’OMS di eradicare la patologia entro il 2030. Un risultato raggiungibile grazie all’innovazione garantita dai nuovi farmaci antivirali ad azione diretta (DAA) per il trattamento dell’Epatite C, che permettono di eradicare il virus in maniera definitiva, in tempi rapidi e senza effetti collaterali. 

L’appello dei pazienti

“Lo scorso 11 giugno la XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità la relazione sull’indagine conoscitiva dell’epatite C in Italia: un passo avanti importante, ma non definitivo – sottolinea Ivan Gardini, Presidente EpaC onlus – Nello stesso documento è prevista la costituzione di un programma organico di intervento per procedere sui tre pilastri già individuati di prevenzione e screening, presa in carico e linkage to care e terapia. Sulla base dei finanziamenti già disponibili nelle norme vigenti (71,5 milioni per gli screening) e di quelli eventualmente rintracciabili dall’avanzo del Fondo innovativi per il 2020 deve essere valutata la costituzione di un Fondo per il contrasto dell’HCV, ovvero risorse destinate a finanziare le attività previste dal Piano nazionale di eliminazione condiviso. Tra gli obiettivi previsti dall’Indagine, è particolarmente rilevante l’adozione, in tempi rapidi, del Decreto attuativo da parte del Ministero, che consenta il riparto tra le Regioni delle risorse destinate agli screening. Iniziative come quella dei test congiunti sperimentati a Piazza del Popolo a Roma costituiscono un esempio concreto di come si debba operare per mettere in atto quanto previsto dall’Indagine conoscitiva. Il nostro auspicio è che da qui parta un progetto nazionale, parallelamente a una rapida emanazione del Decreto attuativo per l’impiego dei fondi”.