I numeri non sono certo incoraggianti, perché se parliamo di epidemie quella da Covid-19 è la settima emergenza globale di questo secolo. Quello che conforta, invece, è che la ricerca sta facendo passi avanti. È il caso dell’analisi finanziata dalla Fondazione Valorizzazione Ricerca Trentina e condotta dai ricercatori della Fondazione Bruno Kessler di Trento. L’epidemiologo Stefano Merler e il suo team di ricerca hanno ora sotto gli occhi un quadro più delineato sul rischio calcolato da infezione di Covid-19. Ciò dimostra che il supporto alla ricerca continuativa è di fondamentale importanza nel settore della sorveglianza epidemiologica: tra pochi mesi riaprono le scuole i dati sulla conoscenza permettono di capire come si trasmette l’infezione “nei” e “tramite” i bambini. 

Non è certo un nome sconosciuto quello di Stefano Merler, l’epidemiologo della Fondazione Bruno Kessler, che qualche tempo fa in collegamento da Trento, ha partecipato alla conferenza stampa dell’Istituto Superiore di Sanità. Era la fine di aprile 2020 e l’epidemia da Covid-19 stava entrando nella cosiddetta “Fase 2”, quella della riapertura alcune attività. In quell’occasione Merler aveva illustrato al presidente dell’IIS Silvio Brusaferro e a tutta la task force per la ripresa, qual era il modello previsionale funzionale a supporto dell’individuazione di scenari possibili per le fasi epidemiche in Italia, e come era stato costituito. 

Oggi, a più tre mesi di distanza, le ricerche sono proseguite anche grazie al supporto della Fondazione Valorizzazione Ricerca Trentina – ente strumentale di Fondazione Caritro – che investe nella valorizzazione dei migliori progetti di ricerca in Trentino, per facilitare l’avvio, la diffusione, lo sviluppo e la valorizzazione di tecnologie ad alto potenziale di sviluppo e con forti ricadute sulla comunità e sul territorio. Un prezioso supporto che fa leva anche sulle modalità snelle e veloci di selezione dei progetti destinatari di finanziamento. Stefano Merler, insieme agli altri studiosi della Fondazione Bruno Kessler, ed in collaborazione con istituzioni sanitarie lombarde e atenei milanesi e USA, hanno calcolato la probabilità di sviluppare sintomi più o meno gravi in seguito all’infezione del virus SARS-CoV-2, tramite uno studio condotto su 4,326 persone in Lombardia.

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