Ad un certo punto scopri di voler comprare una camicia. Guardi in giro, tra i negozi, ma non ne vedi una che ti piace. Cerchi sul web tra i vari siti passando per i motori di ricerca, comparatori di prezzo, social network, siti web e da allora la tua navigazione è costellata di camicie. Te le trovi sui social network, dentro il sito di informazione, in Amazon, in molti dei siti web che navighi. Al confine tra Padova e Venezia, precisamente a Campolongo Maggiore, ha sede Studio Cappello, agenzia di marketing digitale che si prefigge come obiettivo quello di raggiungere i consumatori con un advertising e una comunicazione mirata con le informazioni che interessano loro. Sono stati ribattezzati gli “007 dei dati”, investigatori capaci di raccogliere i dati (direttamente o aggregati tramite il supporto di partner quali Google o Meta) che gli utenti lasciano navigando sul web da pc o mobile per poi elaborarli in modo da raffinare una comunicazione individuale e interessante per chi la riceve. Molti degli annunci che vedete sul web sono originati da loro. Ogni giorno le campagne gestite dell’agenzia solo su Google generano oltre centocinquantamila clic e sono viste oltre dieci milioni di volte. Se a questi dati si sommassero quelli delle altre piattaforme per cui operano (Meta, Criteo, Pinterest, Bing, Mediamond, Sky…) i numeri sarebbero ancora più elevati.

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“Il percorso di acquisto che il consumatore fa online e offline, definito customer journey, è composto da diversi momenti nel quale la persona compie azioni propedeutiche l’acquisto quali la ricerca preliminare di informazioni, il confronto di prezzo, la visita in negozio, la ricerca di recensioni e test, la comparazione con altri prodotti – spiega Silvio Zanarello, direttore vendite e co-fondatore di WMR Group -. In ognuno di questi momenti il consumatore lascia dei dati nel web, nei siti internet o tramite il mobile, dati che vengono raccolti dalle tecnologie che implementiamo nei siti e app dei nostri clienti (rispettando i confini di legge, naturalmente) per formare un database di profili personali dettagliati sempre più della persona, o aggregando tali dati in modo da creare cluster di utenti dai comportamenti e interessi similari. In tale modo riusciamo a perseguire gli interessi del singolo consumatore in modo più puntuale, preciso e quindi desiderato. Il nostro lavoro è anche quello di cercare di proporre allo shopper solo e soltanto le informazioni che cerca in relazione alle sue intenzioni di acquisto di prodotti o servizi, o in relazione a sue esigenze informative”.