L’investimento Pnrr volto a rafforzare le misure di sostegno alla ricerca scientifica nell’ambito del Programma nazionale per la ricerca 2021-2027, nonché a finanziare progetti di ricerca di rilevante Interesse nazionale ammonta a 1,8 miliardi e prevede – con il ministero dell’Università e della Ricerca quale soggetto attuatore – l’assunzione di almeno 900 ricercatori a tempo determinato e il finanziamento di 5350 progetti entro giugno 2025. E’ quanto emerge dalla delibera n. 21/2022 del Collegio del controllo concomitante della Corte dei conti, in cui la magistratura contabile ha accertato il raggiungimento anticipato dell’obiettivo europeo rispetto ai tempi stabiliti (si è proceduto a 2308 assunzioni) ma ha segnalato al Dipartimento per le politiche di coesione della presidenza del Consiglio dei ministri, per le opportune misure correttive, che solo 707 delle 2308 assunzioni effettuate riguardano regioni del Sud (con il 30% dei fondi destinato al Mezzogiorno, contro il 40% previsto).
Ritardi nel conseguimento del target europeo
La magistratura contabile ha, inoltre, evidenziato ritardi nel conseguimento del target europeo dei 3.150 progetti da assegnare entro dicembre 2023, essendone stato attribuito solo un decimo circa, nonostante le stime del Mur prevedessero 3.050 progetti, in poco più di un anno, legati al Prin 2022 (da sommare ai 308 del Prin 2020, oltre a quelli del Pnr 2021). La Corte ha, pertanto, invitato il ministero ad opportune interlocuzioni formali con le competenti strutture statali ed europee, raccomandando il monitoraggio dei “Progetti Prin” e dell’effettivo impatto delle recenti norme che hanno esteso il numero di soggetti valutatori.